Venezia, Cannes, Berlino: le eterne guardiane del cinema europeo?

, di tradotto da Benedetta Viola

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Venezia, Cannes, Berlino: le eterne guardiane del cinema europeo?
Il Palast della Berlinale e il red carpet prima dell’inaugurazione di Knight of Cups (2015). Source: Wikimedia Commons / Tuluqaruk

Nell’era dello streaming e delle piattaforme video on demand, che ne è del cinema europeo? Dove si può trovare? Si muove forse di città in città, inseguendo il festival di turno?

È piuttosto raro che artisti nel mondo cinematografico rivendichino l’affiliazione a enti politici o culturali. Una troupe cinematografica di solito è composta da diverse nazionalità e il cinema, in quanto opera artistica, ha carattere universale, è apolide. Per celebrare quest’arte nelle sue diverse sfumature, l’Europa vanta nel suo territorio non uno, ma una pluralità di festival cinematografici internazionali: la Berlinale a febbraio, Cannes a maggio, la Mostra di Venezia a settembre, il Karlovy Vary a novembre e così via. L’obiettivo principale di ciascuno di questi festival è accogliere film non europei, valorizzando al contempo i talenti locali. Quindi, ogni città elabora il proprio programma in base alla composizione della propria giuria. Il termine «cinema europeo», in questo caso, si riferirebbe a una semplice distinzione geografica, poiché ogni regista ha il proprio stile e ogni città un festival diverso.

Berlino, la politica

L’anno prossimo la Berlinale festeggerà il suo 70° anniversario. Creato originariamente a Berlino Ovest nel 1951, il festival all’inizio mirava a esportare il cinema inglese e americano in Germania. Dopo la seconda guerra mondiale, l’Europa necessitò di tempo per rinnovarsi culturalmente, ma in appena una dozzina di anni raggiunse l’impossibile: movimenti quali la New Wave in Francia, il cinema d’autore italiano e la nuova scuola di cinema tedesco tenevano testa a Hollywood.

Dopo aver acquisito prestigio nel corso degli anni, il Festival di Berlino divenne testimone di numerose lotte politiche. Nel 1970, il film «O.k.» del regista Michael Verhoeven venne pesantemente criticato da alcuni membri della giuria per la sua posizione controversa: il regista, infatti, aveva inscenato lo stupro di una giovane vietnamita da parte di soldati americani. Lo scandalo fu tale che quell’anno non furono assegnati premi. Nel 2019, di fronte alle accuse di sessismo nel mondo del cinema, la Berlinale ha cercato di promuovere l’uguaglianza di genere tra i concorrenti, selezionando le opere di 7 registe donne. Alla fine, l’Orso d’oro è stato assegnato al regista israeliano Nadav Lapid per il suo film «Synonymes» che affronta le tensioni politiche e sociali del suo paese.

Cannes, l’elegante

Dopo la seconda guerra mondiale, un piccolo paese della Costa Azzurra fu scelto per ospitare un nuovo festival cinematografico internazionale. Sebbene siano state le attrici e gli intellettuali francesi a costruire per primi la reputazione di La Croisette, presto star americane e italiane si unirono alla festa. Anche questa rassegna è di portata internazionale; il suo scopo non è solo quello di promuovere gli artisti europei. D’altra parte, l’attenzione generata dal festival stesso diede al pubblico europeo l’opportunità di scoprire un nuovo genere di cinema: nomi come Roberto Rossellini, François Truffaut, Ingmar Bergman o Luis Buñuel si sarebbero cristallizzati attorno al festival, rendendo il cinema d’autore inseparabile da Cannes. Nel 2020, a causa del Covid-19, la 74a edizione del festival è stata rinviata a ottobre e si è svolta in commissione ridotta.

Venezia, la pittoresca

Lanciata negli anni ’30, la Mostra di Venezia ha attraversato alcuni momenti difficili prima di risorgere dalle sue ceneri dopo il 1980. Mentre Cannes è stata colta alla sprovvista dalla pandemia di quest’anno, la Biennale è riuscita a portare avanti la sua 77a edizione a settembre, con Cate Blanchett come presidente di giuria. Il Leone d’oro è stato assegnato al film statunitense «Nomadland» di Chloé Zao.

Karlovy Vary, la liberata

Nato nel 1946, il Festival di Karlovy Vary nella Repubblica Ceca subì quasi 40 anni di pressioni politiche, per poi rinascere dal 1994 in poi. In pochi anni, il nuovo programma creato dall’attore Jiří Bartoška e dalla giornalista Eva Zaoralová ha permesso al festival di riappropriarsi del suo prestigio e di riacquistare l’interesse sia dei professionisti dell’industria cinematografica che del grande pubblico.

Questi quattro festival sono solo la punta dell’iceberg: molte città, come ad esempio Vienna o Londra, ospitano i propri eventi cinematografici. A livello europeo, la European Film Academy con sede a Berlino è responsabile della selezione e dell’assegnazione dei premi agli artisti di tutto il continente (European Film Awards). Rispetto ad altri festival è meno di spicco; tuttavia, questa mancanza di attenzione da parte dei media deve essere messa in prospettiva, poiché il mondo del cinema rimane fortemente cosmopolita. Ogni giuria, prima di ogni altra cosa, giudica la performance dell’artista, europea e non. La principale vocazione del cinema è quella di raccontare liberamente una storia e trasportare il pubblico in un altrove, dove realtà e fantasia si incontrano.

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