Un 2014 molto europeo!

, di Roberto Castaldi

Un 2014 molto europeo!

Il 2014 si preannuncia un anno di grande importanza per l’Europa e con un impronta europea molto netta anche per l’Italia. A maggio si terranno le elezioni europee, e a luglio inizierà il semestre di presidenza italiana dell’UE, durante il quale verranno definiti le nuove leadership delle istituzioni europee.

Le elezioni di maggio rappresentano una grande opportunità per l’Europa. Per la prima volta le forze politiche presenteranno a livello europeo un proprio candidato alla Presidenza della Commissione, l’embrione di un governo europeo. Resta da vedere però se a livello nazionale le forze politiche sapranno valorizzare tali candidature e fare campagna elettorale sul programma di governo europeo associato a tale candidatura, proponendo la loro visione di quali politiche e quali poteri l’Europa dovrà avere. Il rischio è che ancora una volta si concentrino su temi nazionali, che non sono in realtà oggetto delle elezioni europee. In questo malaugurato caso le forze anti-europee, che faranno invece un’aggressiva campagna sui temi europei, offrendo la loro retrograda visione nazionalista avranno probabilmente una buona affermazione.

Queste elezioni europee possono essere l’occasione per l’affermazione concreta per la prima volta della frattura politica proposta da Altiero Spinelli nel Manifesto per un’Europa libera e unita, noto anche come Manifesto di Ventotene: “La linea di divisione fra i partiti progressisti e partiti reazionari cade perciò ormai, non lungo la linea formale della maggiore o minore democrazia, del maggiore o minore socialismo da istituire, ma lungo la sostanziale nuovissima linea che separa coloro che concepiscono, come campo centrale della lotta quello antico, cioè la conquista e le forme del potere politico nazionale, e che faranno, sia pure involontariamente il gioco delle forze reazionarie, lasciando che la lava incandescente delle passioni popolari torni a solidificarsi nel vecchio stampo e che risorgano le vecchie assurdità, e quelli che vedranno come compito centrale la creazione di un solido stato internazionale, che indirizzeranno verso questo scopo le forze popolari e, anche conquistato il potere nazionale, lo adopereranno in primissima linea come strumento per realizzare l’unità internazionale.”

Non è un caso che per la prima volta questa frattura possa manifestarsi concretamente adesso. Ciò è dovuto al fatto che il processo di unificazione europea è arrivato ad un punto di svolta. La crisi del 2008 trasformatasi in crisi del debito sovrano e delle economie di molti Paesi europei associata alle fallimentari politiche intergovernative ha mostrato da un lato l’impressionante livello di interdipendenza e di vulnerabilità dell’Europa. Dall’altro l’insufficienza, l’inefficacia, e la non completa democraticità del sistema di governance dell’Unione e dell’Eurozona. Molti commentatori – da Stiglitz a Pisani-Ferry – auspicano che la calma attuale sui mercati sia utilizzata per compiere le scelte decisive rispetto al futuro dell’Eurozona nel 2014 modificandone la governance e le politiche.

Molto dipenderà da quello che le forze politiche faranno nel corso della campagna elettorale delle elezioni europee, e da come i cittadini europei si esprimeranno. In tempo di crisi cresce la voglia di scorciatoie miracolose e si moltiplicano pifferai magici e aspiranti stregoni che offrono ricette miracolose in grado di offrire risultati previsti tanto rapidi e straordinari quanto impossibili: usciamo dall’euro e tornerà l’era del Bengodi. E di fronte alla crisi che morde e all’incapacità del metodo intergovernativo di offrire soluzioni solo una visione di un’Europa diversa, più unita, più solidale e più democratica – cioè di un’Unione europea dotata di un governo federale con poteri di bilancio e di prestito in grado di lanciare un grande piano di investimenti per il rilancio sostenibile dell’economia e dell’occupazione europea – può ridare speranza alle persone di buon senso. Perché ognuno di noi sa dalla propria esperienza che nella vita non ci sono scorciatoie né pasti gratis, e non si può raccogliere nulla se non si è seminato e lavorato con pazienza e tenacia.

1. Articolo originariamente pubblicato su Noi, europei, blog di Roberto Castaldi su l’Espresso.

2. Fonte immagine Flickr

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