I veleni di Putin - commentaires I veleni di Putin 2006-12-03T14:27:59Z https://www.treffpunkteuropa.de/I-veleni-di-Putin#comment1586 2006-12-03T14:27:59Z <p>Caro Lucio, non ho ancora avuto occasione di leggere il tuo editoriale su « The Federalist Debate », ma presto lo farò. Ad ogni modo, quando dico che « Il bipolarismo precedente all'89 e l'egemonia americana degli ultimi decenni non sono più i cardini della politica mondiale », voglio indendere che ormai nuovi attori globali come la Cina, l'India, il mondo islamico e l'UE influenzano la politica internazionale. Spesso, certo, non nel modo più democratico e coerente possibile. Senza dubbio la paura russa è stato uno dei principali motori dell'integrazione europea ad est. E si può dire che (tranne per il caso ucraino), la Russia sia ormai più asiatica che europea. La vera battaglia, per la democrazia ed il diritto andrà combattuta nelle repubbliche ex-sovietiche in Asia. Ma lì non vedo un interesse diretto americano. Anzi, sembra che sia data carta bianca a Putin per regolare li suoi conflitti interni.</p> <p>Detto questo non mi addentro in speculazioni eccessivamente fantasiose, anche se estremamente interessanti, su un coinvolgimento americano nell'affaire Litvinienko. Certo la capacità economica russa, dettata dalle sue risorse energetiche, è un ostacolo per un'America abituata ad essere sola e unica superpotenza. Ma ho l'illusione di sperare che i conflitti economici, a questo livello e da parte americana, si risolvano ancora in borsa e non in un sushi bar.</p> <p>Sulla soluzione istituzionale da te prospettata sono pienamente d'accordo, come ben sai. Ma certo non è una via facile, soprattuto se l'UE si trova, tra i nuovi attori globali, ad essere la sola a chiedere il rispetto della legalità e della democrazia internazionale.</p> I veleni di Putin 2006-11-28T08:20:47Z https://www.treffpunkteuropa.de/I-veleni-di-Putin#comment1530 2006-11-28T08:20:47Z <p>Commento la frase seguente :« Il bipolarismo precedente all'89 e l'egemonia americana degli ultimi decenni non sono più i cardini della politica mondiale ».</p> <p>La politica della Russia basata sull'uso della forza è una reazione alla politica americana tendenta a isolare il suo antico rivale. L'attivismo americano in Ucraina, nel Caucaso e nell'Asia centrale, le manovre tendenti a mettere al potere governi nemici della Russia, l'allargamento della NATO nelle ex-repubbliche sovietiche sono i tasselli di una politica che prolunga nel mondo attuale schemi della guerra fredda. A ciò si aggiunge il terrorismo isalmico che ha in Cecenia un focolaio sempre attivo. La ricerca della sicurezza è una preoccupazione così forte che tende a travolgere tutti gli argini costituzionali che sono stati elevati per proteggere la libertà e i diritti civili e politici. Dopo l'attentato di Beslan, Putin ha sospeso ogni autonomia regionale e provinciale e ha spostato l'asse della politica russa nella direzione del centralismo, del nazionalismo e dell'autoritariamo (gli assassini politici sono un elemento di questa degenerazione autoritaria). E' una tendenza che per certi aspetti assomiglia a quella che è in atto negli Stati Uniti, come ho cercato di mostrare nell'editariale del numero 3/2006 di « The Federalist Debate » (che è in corso di distribuzione), intitolato « The Rise of American Nationalism ».</p> <p>Come correggere queste tendenze ? Se la causa di questi fenomeni risiede sul piano internazionale, è qui che che devono essere cercati i rimedi. L'Unione europea (e soprattutto un'UE capace di parlare con una sola voce) può contribuire ad allentare la pressione sui confini russi e spingere gli Stati Uniti a promuovere il multilateralismo. L'emergere di nuovi attori globali può esercitare una funzione moderatrice nei confronti del ricoso all'uso della forza e offrire garanzie ai deboli nei confronti dei forti.</p> <p>Lucio Levi</p>