Nazionalismo fascista vs democrazia federale

, di Roberto Castaldi

Nazionalismo fascista vs democrazia federale

È interessante la concomitanza dello striscione di Forza Nuova contro Papa Francesco a Roma, con un episodio locale di Lucca, dove militanti di Blocco Studentesco, vicini a Casa Pound, hanno volantinato contro l’intervento dei militanti del Movimento Federalista Europeo e della Gioventù Federalista Europea, invitati ad un’assemblea studentesca, il cui programma prevedeva la visione del Film della Rai su Altiero Spinelli “Un mondo nuovo”, una lezione sulla storia dell’Unione Europea, e sul funzionamento delle elezioni europee con una breve presentazione di tutti i gruppi politici presenti al Parlamento Europeo, nessuno escluso. Il Movimento Federalista Europeo, fondato da Altiero Spinelli nel 1943 dopo la liberazione da Ventotene, non partecipa alle elezioni, non è un partito, e da decenni svolge una funzione di promozione dell’unità politica dell’Europa e del mondo, ma anche di un’educazione civica e di una cittadinanza attiva e consapevole multi-livello riconosciuta anche dal MIUR.

Trovo interessante la concomitanza, perché mette in chiaro quale sia lo scontro politico reale in corso oggi in Italia e nel mondo. Da un lato il nazionalismo che ritorna – di cui il fascismo non è una degenerazione, ma semplicemente la forma più coerente per quanto orrenda – e che pretende di distinguere le persone in base alla nazionalità, per cui “prima gli italiani”, o “prima gli americani”, e così via. Dall’altro chi difende i valori della civiltà moderna, e quindi i diritti umani universali, che postulano il riconoscimento dell’uguaglianza morale di tutte le persone in quanto parte dell’umanità. E su questo piano le versioni più coerenti sono sul piano politico il federalismo, che permette una democrazia multi-livello dal quartiere al mondo, e sul piano morale l’insegnamento di Papa Francesco e l’uguaglianza radicale delle persone predicata dal cristianesimo.

I fascisti e il fascismo di oggi sono diversi da quelli di un tempo, ma l’essenza è la stessa: il rifiuto dell’uguaglianza di tutte le persone, il rifiuto dell’umanità. E anche le similitudini sono molte: i regimi totalitari degli anni ’30 avevano messo a punto un’imponente macchina della propaganda, lo stesso fanno i fascisti odierni, bravissimi a disseminare fake news – cioè menzogne – e prontissimi a investire massicciamente su questo. Varie inchieste de L’Espresso hanno messo in evidenza tanto gli ingenti finanziamenti dalla Russia e dall’estrema destra americana verso i nazionalisti europei, così come l’enorme aumento delle spese per lo staff della comunicazione dell’attuale governo rispetto ai precedenti. Siamo noi contribuenti a pagare gran parte della propaganda dei nazionalisti al potere.

Anche per questo l’Italia è uno dei fronti più importanti nello scontro tra nazionalismo e civiltà. E le elezioni europee saranno un momento importante. Un sondaggio di Yougov per Repubblica e la Lena mostra che in Italia il 57% dei cittadini pensano che l’UE sia utile e solo il 19% che non lo sia, evidentemente lasciando una fetta significativa di indecisi. Perciò i nazionalisti abbassano i toni rispetto all’UE, ma la loro posizione di fondo e la loro essenza non cambia, ed è contraria all’UE e all’integrazione europea. Non a caso candidano personalità contrarie all’UE e all’euro come Rinaldi o Donato.

Questo scontro però non è una peculiarità italiana. Si manifesta in tutto il mondo e bisogna comprendere le ragioni per cui posizioni di estrema destra, sempre presenti ma a lungo largamente minoritarie, possono tornare ad essere così politicamente rilevanti. Il progresso tecnologico e la globalizzazione stanno sconvolgendo le nostre vite a un ritmo crescente. È difficile comprendere ciò che accade e potrà accadere e ciò provoca spaesamento e paura per il futuro. Di fronte ad un mondo complesso serve uno sforzo per capire e individuare le strategie migliori per sfruttarne le opportunità e ridurne i costi. Molto più semplice cercare rifugio nei miti di un passato immaginario, e individuare dei capri espiatori contro cui sfogare la frustrazione per un mondo che non comprendiamo. Questa è la ragione per cui l’estrema destra attacca le competenze, gli esperti, “i professoroni”, cioè chi cerca di fare i conti con la realtà, per quanto complessa, rendendo più difficile l’azione dell’estrema destra volta ad alimentare – attraverso le fake news - e cavalcare le paure, al solo fine di lucrare consensi.

In un simile quadro diventa possibile l’aberrazione di prevedere una sanzione pecuniaria per chi salva un naufrago. Una misura ovviamente inapplicabile, stante l’obbligo di salvare i naufraghi sancito dalle leggi internazionali ed europee, ratificate e valide anche in Italia, contro cui tale misura si scontrerà. Ma buona come propaganda elettorale, come arma di distrazione di massa, rispetto ai problemi reali della società italiana, che il governo giallo-nero sta aggravando. Ma anche rispetto al fatto che entrambi i partiti di maggioranza non hanno nessuna possibilità di contare qualcosa nel prossimo Parlamento europeo, poiché membri di due gruppi estremisti e marginali, tanto divisi da non esser nemmeno riusciti ad approvare un Manifesto comune e un proprio candidato alla presidenza della Commissione, e con cui nessun altro gruppo è disponibile a collaborare o ad allearsi.

Mancano due settimane alle elezioni europee e saranno piene di cortine fumogene della propaganda nazionalista. Ma al dunque la scelta è semplice: nazionalismo o federalismo, prima qualcuno o diritti umani, svolte autoritarie (come mostra l’erosione dello stato di diritto in alcuni Paesi membri) o rafforzamento della democrazia europea e nazionali, smantellare l’Unione o riformarla per rafforzarla?

Articolo pubblicato sul blog L’Espresso «Noi, europei» curato dall’autore.

Fonte immagine: Wikipedia.

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