La storia non è composta da un semplice susseguirsi di fatti, ma piuttosto dal modo in cui conserviamo nella memoria e interpretiamo gli avvenimenti. La comprensione socialmente costruita che abbiamo del mondo dell’epoca e del mondo attuale plasma ciò che ricordiamo e come lo ricordiamo.
La storia delle donne europee viene spesso schiacciata sotto il peso delle strutture patriarcali che ancora perdurano, non è quindi affatto raro che il contributo delle donne nella scienza, nell’arte, nella politica o in altri campi sia, quando va bene, sminuito e, quando va male, dimenticato.
L’articolo che segue rientra nella rubrica LeiÈStoria, che presenta la vita ispiratrice di donne che hanno servito il nostro continente. Con questa rubrica desideriamo contribuire a correggere lo squilibrio creato dal prisma collettivo attraverso il quale percepiamo la storia, nonché a informare sia la nostra redazione che i lettori sui traguardi e le innovazioni di queste donne d’Europa.
L’introduzione completa alla rubrica LeiÈStoria si trova a questa pagina.
Rita Levi-Montalcini (22 aprile 1909 – 30 dicembre 2012) fu una neurologa italiana. I suoi contributi alla neurologia le valsero il Premio Nobel per la medicina.
La Montalcini nacque a Torino da una famiglia di ebrei sefarditi. Inizialmente voleva diventare scrittrice, ma dopo aver visto un amico ammalarsi di cancro allo stomaco, decise che sarebbe diventata un medico. Si laureò all’università di Torino nel 1936, nonostante il padre disapprovasse la sua volontà di continuare gli studi. Purtroppo, la sua carriera accademica in Italia venne presto interrotta dalle leggi antisemite che proibirono agli ebrei di frequentare l’università.
Per continuare le sue ricerche si trasferì in Belgio, ma quando i nazisti invasero il paese, tornò in Italia, dove allestì un laboratorio nella sua camera da letto per studiare gli embrioni di pollo. Durante la Seconda Guerra Mondiale, la sua famiglia dovette nascondersi, e dopo la liberazione d’Italia, la Montalcini lavorò come medico nei campi di rifugiati.
Finita la guerra, Rita Levi-Montalcini si trasferì negli Stati Uniti per studiare il DNA e l’RNA presenti nel veleno dei serpenti insieme a Stanley Cohen, all’università di Washington. Grazie alle loro scoperte, nel 1986 vinsero il Premio Nobel per la medicina. In seguito, la Montalcini continuò a lavorare sia nel suo paese natale che negli Stati Uniti. Nel 2009, Rita Levi-Montalcini fu nominata Senatrice a vita dal governo italiano e mantenne la carica fino alla sua morte, nel 2012. Aveva 103 anni.
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