La crisi umanitaria in Yemen e l’UE

, di Konstantina Mirtzani, tradotto da Benedetta Bavieri

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La crisi umanitaria in Yemen e l'UE
La capitale dello Yemen San’a nel 2010, prima della crisi. Fonte: Creative Commons

La crisi in Yemen è tornata sotto i riflettori la settimana scorsa, quando il presidente Joe Biden ha annunciato la fine del sostegno degli Stati Uniti alle operazioni offensive condotte dai sauditi nello Yemen. Dopo sei anni di conflitto, quella yemenita rimane la peggiore crisi umanitaria del mondo. Dal 2014, l’estenuante guerra per procura combattuta fra la coalizione a guida saudita e le milizie Houthi, sostenute dall’Iran, ha lasciato milioni di persone sull’orlo della carestia. Le agenzie delle Nazioni Unite sostengono che, per superare il 2020, circa l’80% della popolazione totale (24 milioni di persone su un totale di 30,5 milioni) abbia necessitato di assistenza umanitaria. Dall’inizio della crisi, le morti civili a causa di attacchi aerei, combattimenti e bombardamenti indiscriminati sono state più di 12 000. Tuttavia, si stima che il numero reale sia ben superiore, poiché migliaia di altri civili sono morti per cause prevenibili come malnutrizione, malattie e problemi di salute. È chiaro che la popolazione dello Yemen ha bisogno di protezione e assistenza ora più che mai, a causa della minaccia aggiuntiva del COVID-19: è fondamentale quindi valutare le azioni in atto e quale sia il valore aggiunto dell’UE in questo processo.

Risposta internazionale

Nonostante il comprovato bisogno di assistenza umanitaria, la comunità internazionale non ha reagito di conseguenza. Alla crisi in Yemen non è stata data una risposta adeguata sin dall’inizio, e la situazione è recentemente peggiorata. Nell’ultimo anno e mezzo l’ONU ha ricevuto 1,3 miliardi di dollari a supporto dello Yemen, corrispondenti a circa il 40% del bisogno dichiarato per le operazioni di aiuto programmate per il 2020. Si tratta di un calo considerevole rispetto ai 3,6 miliardi ricevuti nel 2019, a fronte di una richiesta pari a 4,2. Il piano di intervento umanitario per lo Yemen del 2020 è quello che ha ricevuto meno finanziamenti dall’intensificarsi del conflitto nel 2015, nel quadro di un calo generale degli aiuti finanziari per la crisi negli ultimi anni. Questo trend ha un impatto enorme sul campo, provocando un taglio dei programmi e dei servizi essenziali, assistenza alimentare dimezzata per 9 milioni di persone, nonché la sospensione del supporto ai servizi sanitari. A giugno 2020, nel corso di una conferenza dei finanziatori per assicurare il sostegno alle azioni dell’ONU in Yemen, i paesi donatori hanno mostrato reticenza all’idea di finanziare un’operazione di aiuto così problematica in termini di ostruzione e deviazione di fondi, dovendo affrontare al contempo i problemi economici legati al COVID-19. In parte in risposta alle accuse di ostruzionismo, il sostegno dei donatori alle agenzie di aiuto dell’ONU è crollato nel giugno 2020, in particolare da parte di Kuwait, Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e degli Stati Uniti, che destinavano più di metà dei loro aiuti al sud dello Yemen. Ad aggravare ulteriormente la situazione, gli operatori umanitari sostengono che la risposta della comunità umanitaria a questi ostacoli agli aiuti in Yemen sia stata carente in molti aspetti e possa aver esacerbato il problema, in particolare nelle parti del paese controllate dagli Houthi. Il governo yemenita ha inoltre imposto pesanti requisiti burocratici alle agenzie di aiuto, che hanno causato inutili ritardi nella consegna degli aiuti a milioni di civili, violando gli obblighi del governo in materia di diritti umani.

Risposte dell’Unione europea

Nel 2020, l’UE è stata il quinto maggior donatore per lo Yemen (dopo Stati Uniti, Arabia Saudita, Regno Unito e Germania), finanziando il 5,6% dell’appello totale dell’ONU. Dall’inizio del conflitto nel 2015, l’Unione europea ha stanziato 896 milioni di euro per la crisi, di cui 553 milioni in aiuti umanitari e 318 milioni in assistenza allo sviluppo. Il sostegno dell’UE comprende assistenza alimentare, assistenza sanitaria e istruzione, nonché acqua, alloggi e migliori servizi igienici nelle zone colpite dal conflitto e per le popolazioni sfollate. Data la preoccupante situazione della sicurezza alimentare nel 2020, l’UE ha sbloccato oltre 50 milioni di euro per l’assistenza in questo ambito, compresi i trasferimenti di denaro e le attività di sostegno alla nutrizione. Gli aiuti umanitari dell’UE finanziano anche progetti a impatto rapido, che riparano e rinnovano le infrastrutture idriche e igienico-sanitarie per ridurre le malattie trasmesse dall’acqua e i decessi dovuti a esse. L’UE e il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (PSNU) nello Yemen hanno firmato un accordo di partenariato da 69,8 milioni di euro per un’iniziativa triennale per il rafforzamento della resilienza istituzionale ed economica del paese. Questo programma intende ricostruire la fiducia della comunità nello stato yemenita e aiutare a ridefinire le relazioni tra autorità centrali e locali. Si tratta inoltre di un’iniziativa volta a incrementare il sostegno al sistema di governance yemenita, per continuare a garantire l’accesso a una vasta gamma di servizi di base per i cittadini, la riduzione del conflitto al minimo, la promozione della coesione sociale a livello comunitario e un processo di ripresa economica sostenibile per le comunità.

L’Unione europea ha inoltre versato 5 milioni di euro al Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (UNFPA), agenzia dell’ONU concernente la salute sessuale e riproduttiva, per fornire aiuti di emergenza agli sfollati e servizi di salute riproduttiva e mentale salvavita alle donne e alle ragazze più vulnerabili dello Yemen. Questi contributi permetteranno all’UNFPA di continuare a fornire servizi critici in un momento in cui la grave carenza di fondi e la rapida diffusione del COVID-19 stanno paralizzando gli sforzi umanitari dell’agenzia nel paese. Più recentemente, il 12 novembre 2020, la Commissione europea, insieme alla Svezia, ha ospitato il secondo Humanitarian Senior Officials Meeting (SOM) sulla crisi umanitaria nello Yemen. Guardando al 2021, i donatori hanno confermato il loro pieno sostegno alle organizzazioni umanitarie che stanno operando in condizioni estremamente difficili sul campo. Hanno inoltre sottolineato l’urgenza di mobilitare eventuali risorse aggiuntive.

I valori umanitari dell’UE

Nonostante tutto questo, l’Unione europea e i suoi Stati membri hanno affrontato il conflitto in corso mancando di coordinamento e coerenza. Il volume di aiuti che lo Yemen ha ricevuto dall’UE è la prova di quanto tale questione sia di bassa priorità per i leader. Tra il 2015 e il 2018 allo Yemen sono stati assegnati 2,33 miliardi di euro in aiuti dalle istituzioni europee e dagli Stati membri. Durante questi stessi quattro anni, l’Afghanistan e il Marocco hanno ricevuto più di 5 miliardi di euro ciascuno dall’Unione europea, che è stata il maggior contribuente globale di aiuti umanitari. L’incapacità dell’UE di attuare una strategia completa riguardo allo Yemen danneggia la sua proiezione di soft-power nel mondo. L’Unione europea sostiene retoricamente un certo insieme di valori, parti dell’immagine presunta di una certa identità europea. Questi includono la difesa dei diritti umani, il rispetto dei regimi internazionali (tra questi, la posizione comune dell’UE del 2008 e il Trattato sul commercio delle armi del 2014) e la responsabilità di contribuire ad alleviare le crisi umanitarie attraverso gli aiuti.

Nel complesso, l’UE versa allo Yemen grandi somme per l’assistenza sia umanitaria che allo sviluppo. Queste non sono tuttavia sufficienti a soddisfare i requisiti in termini di finanziamenti delineati dagli appelli delle Nazioni Unite e a superare l’attuale crisi degli aiuti finanziari. Queste azioni sostengono milioni di yemeniti che affrontano un’acuta insicurezza alimentare e consentono la cura di bambini gravemente malnutriti ad alto rischio di morte. Tuttavia, è necessario sottolineare che gli aiuti da soli non possono rimettere in piedi lo Yemen: il passo fondamentale sarebbe un cessate il fuoco a livello nazionale, per consentire la ripresa dei negoziati verso una soluzione politica inclusiva. L’UE dovrebbe sviluppare una strategia coerente che contribuisca a raggiungere questo obiettivo, oltre a continuare a fornire gli aiuti necessari.

Immagine: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Sana,_Yemen_(4324293041).jpg

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