Luca Arfini: Quali sono, secondo lei, i valori chiave del Partito popolare austriaco? Come pensa che si leghino a quello del Partito Popolare Europeo?
Sebastian Kurz: In quanto membro del PPE, posso dire che il Partito Popolare Austriaco appartiene alla famiglia politica del centro-destra. Il PPA si definisce come una forza politica di centrodestra con origini liberali, democristiane e conservatrici. Si tratta di un partito politico europeo di spicco che non è semplicemente in linea con il PPE, ma che ne sostiene la posizione attraverso i propri valori e la promozione di un’economia sociale di mercato sostenibile.
La sua carriera politica è cambiata molto rapidamente. Ha iniziato con la sezione giovanile del Partito popolare austriaco quando era ancora uno studente, poi, a 27 anni, è diventato il più giovane ministro degli esteri austriaco e adesso è uno dei leader più giovani del mondo. Quale pensa sia stata la chiave del suo successo? Quale sarebbe il suo consiglio per i giovani che vogliono avere un’influenza sui processi decisionali?
In realtà, ottenere così tante cariche politiche non era il mio obiettivo primario. Al contrario, sono entrato in politica con l’aspirazione di riuscire a fare qualcosa per le persone. Ho sempre affrontato con gioia le mie responsabilità e i miei compiti, che mi hanno permesso di entrare in contatto e di incontrare tante persone diverse. La componente sociale è uno degli aspetti principali del mio lavoro, e personalmente lo apprezzo molto. La ragione per cui sono diventato Cancelliere federale dell’Austria nonostante la mia giovane età è proprio che non ho mai considerato la mia carica come un semplice lavoro, ma come un impegno personale.
L’Austria è stato uno dei primi paesi europei ad abbassare l’età di voto a 16 anni su tutti i livelli. Eppure, nonostante i giovani minorenni sembrano essere più predisposti al voto rispetto alla fascia di età 18-21, sono comunque meno interessati degli over 30. Quali pensa potrebbero essere delle iniziative efficaci per incrementare il coinvolgimento e la rappresentazione delle nuove generazioni nella politica nazionale?
I giovani sono sicuramente un gruppo di cruciale importanza per la mobilitazione politica, specie quando si tratta di decidere quali saranno le prossime tematiche da affrontare. Comunque, secondo la mia esperienza, non mi sento di confermare che i giovani abbiano meno interesse per la politica. Hanno di sicuro priorità diverse da quelle delle vecchie generazioni (il cambiamento climatico, l’ecologia e la digitalizzazione, per citare i più importanti), ma la realtà politica dimostra che i giovani sono invece molto attivi, e non solo all’interno del Partito popolare austriaco, ma anche in tutti gli altri partiti del Paese.
La scorsa primavera, secondo un sondaggio dell’Eurobarometro, l’80% degli austriaci ha dichiarato di sentirsi cittadino europeo. Alla luce di questo sentimento positivo nei confronti dell’Unione europea e la sua decisione di governare insieme ai Verdi, come vede l’evoluzione del rapporto tra l’Austria e l’UE nei prossimi quattro anni? Crede che l’Austria potrebbe diventare uno dei capifila della lotta al cambiamento climatico?
Il cambiamento climatico è senza dubbio una delle maggiori sfide delle generazioni presenti e future. Noi, al Partito politico austriaco, stiamo concentrando tutti i nostri sforzi nell’accelerare lo sviluppo di misure destinate a proteggere l’ambiente e il clima. Tuttavia, si tratta di situazioni che non possono essere risolte a livello locale. Il cambiamento climatico e tutto ciò che concerne la sostenibilità sono problematiche mondiali che devono essere affrontate tramite uno sforzo collettivo. È per questo che noi promuoviamo la cooperazione con l’Unione Europea per le grandi sfide come la lotta al cambiamento climatico o la gestione delle frontiere europee. Per quanto riguarda invece le questioni minori, che al contrario possono essere risolte in maniera migliore a livello nazionale o regionale, siamo favorevoli all’idea della sussidiarietà.
A fine gennaio, il PPE ha votato per prorogare la sospensione a tempo indeterminato del partito ungherese Fidesz dalla famiglia politica a causa dei suoi metodi antidemocratici. Lei cosa ne pensa?
Credo sia superfluo ripetere che tutti gli Stati membri dell’UE devono rispettare i diritti fondamentali dell’Unione europea e, naturalmente, la legge. La Commissione europea ha giustamente avviato le procedure previste dall’articolo 7 al fine di esaminare in modo approfondito la situazione ungherese e poter trarre poi le dovute conclusioni o procedere, se necessario, all’adozione di ulteriori provvedimenti. Per quanto riguarda Fidesz, la sua appartenenza al PPE è stata sospesa a marzo 2019. A febbraio non sono state prese ulteriori decisioni in materia: nessuna maggioranza si è sentita di compiere un passo così importante. Noi siamo favorevoli a un approccio consensuale da parte di tutto il PPE.
Il tasso di disoccupazione giovanile in Austria è già inferiore alla media europea, questo è un dato di fatto, ma sarebbe possibile, secondo lei, ottenere degli ulteriori miglioramenti?
Il nostro tasso di disoccupazione giovanile è relativamente basso poiché disponiamo di un sistema di istruzione duale che funziona molto bene. Il segreto per prevenire l’aumento della disoccupazione giovanile e per permettere alle persone di lavorare è adattarsi ai continui cambiamenti del mondo lavorativo e tenerli a mente nello sviluppo dei programmi educativi. Allo stesso tempo, è necessario lavorare costantemente per rendere i nostri programmi di tirocinio più allettanti puntando per esempio sulla digitalizzazione.
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