In memoria di Paweł Adamowicz, sindaco di Gdańsk aperto al mondo

, di Maria Popczyk, Tradotto da Giulia Querini, Wojciech Zajączkowski

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In memoria di Paweł Adamowicz, sindaco di Gdańsk aperto al mondo
© A.IWANCZUK/REPORTER/East News

E’ con molto rammarico e dolore che siamo venuti a conoscenza della morte del sindaco di Gdańsk, Paweł Adamowicz. Adamowicz ci ha lasciati ieri, in un ospedale di Gdańsk, gravemente ferito dopo un’aggressione con un coltello durante la 27a edizione della Grande Orchestra di Carità di Natale [Wielka Orkiestra Świątecznej Pomocy, WOŚP]. Questa manifestazione di solidarietà che si svolge ogni anno si è questa volta trasformata in tragedia. La redazione del Kurier Europejski esprime la sua solidarietà con i cari del sindaco - dedichiamo questo articolo ad Adamowicz e ai suoi valori, che condividiamo.

“La cristianità non divide ma unisce. L’amore non può che unire”

Paweł Adamowicz era legato a Gdańsk fin dalla nascita. studiò alla facoltà di Diritto e Amministrazione dell’Università di Gdańsk, dove si impegnò, negli anni ’80, nelle prime associazioni pubbliche d’opposizione. Dopo gli studi, continuò la propria carriera universitaria. Entrò in politica nel 1990, allora candidato locale per il Comitato Cittadino [Komitet Obywatelski], ed diventò consigliere comunale. Fu eletto sindaco di Gdańsk per la prima volta nel 1998, per poi vincere le prime elezioni comunali dirette nel 2002. Esercitò la funzione di sindaco di Gdańsk ininterrottamente dal 1998. Fu membro del partito Piattaforma Civica negli anni 2001-2015. Nelle ultime elezioni comunali dell’ottobre 2018, fu rieletto sindaco al ballottaggio con il 64,8% dei voti. Paweł Adamowicz cominciò in politica in un ambiente conservatore, evolvendo nel tempo da conservatore a liberale. Cercò di proibire una manifestazione LGBT a Gdańsk nel 2005. Nel 2017, fu lui stesso all’origine della terza “Marcia per l’Uguaglianza” della Tricittà (nome dato alle tre città vicine di Gdańsk, Gdynia e Sopot). Commentò la sua decisione come segue: “A volte capita di cambiare opinione. Anche la mia, tempo fa molto conservatrice, è cambiata, ma che si sia conservatori, liberali o socialisti non bisogna dimenticare di rispettare l’altro, così come il diritto a esprimere le proprie opinioni e convinzioni - anche se non si è d’accordo”. Paweł Adamowicz mostrava apertamente la propria fede cattolica, ed è proprio questa che giustificava secondo lui il bisogno d’amore e di tolleranza verso il prossimo. “La mia presenza a questa Marcia si accorda con la mia cristianità, il mio cattolicesimo. Perché la cristianità non divide, ma unisce. L’amore non può che unire!”

Solo incontrando l’altro, incontrando lo straniero, ci si può arricchire

Paweł Adamowicz si opponeva a qualsiasi manifestazione d’intolleranza, comprese la xenofobia e l’omofobia. Creò, a Gdansk, il Consiglio degli Immigrati e il Consiglio dell’Uguaglianza di Trattamento. “La diversità è una ricchezza, non un problema! Solo incontrando l’altro, incontrando lo straniero, ci si può arricchire”. Faceva parte dei firmatari della Dichiarazione dei Sindaci del 30 giugno 2017 sulla cooperazione delle città dell’Unione delle Metropoli Polacche nel campo dell’immigrazione.

Era perseguitato, a causa delle sue idee liberali che mostrava coraggiosamente, da gruppi nazionalisti come la Gioventù della Grande Polonia [Młodzież Wszechpolska]. Quest’ultimo gruppo ha pubblicato il suo «atto di morte pubblico» per cause di “liberalismo e multiculturalismo” del sindaco. La procura ha chiuso l’inchiesta a questo proposito il 9 gennaio 2019 con la motivazione che “l’intenzione di pubblicare degli ‘atti di morte politici’ non era quella di incitare all’odio, ma di esprimere uno scontento per le iniziative prese dal sindaco”. “Questi atti non contengono alcuna minaccia che implicherebbe un’infrazione penale” argomentava il pubblico ministero Grażyna Wawryniuk. Paweł Adamowicz voleva fare appello a questa decisione.

Le divisioni sulla Grande Orchestra sono l’immagine delle divisioni all’interno della società polacca

Paweł Adamowicz sosteneva da anni la Grande Orchestra di Carità di Natale [WOŚP]. Quest’anno, la Fondazione WOŚP doveva dedicare i fondi raccolti al trattamento dei nuovi nati. Le edizioni precedenti di questa festa caritatevole hanno permesso di acquistare materiale specifico che gli ospedali polacchi non avrebbero mai potuto ottenere senza il sostegno finanziario della WOŚP. Tutti i polacchi hanno già visto perlomeno un’apparecchio con un grande cuore rosso (il logo della Fondazione applicato sul materiale acquistato grazie alla raccolta fondi) all’ospedale. Eppure, la Fondazione di Jerzy Owsiak non ha sostegno unanime nella società polacca. E’ da diversi anni oggetto di diversi pettegolezzi - si può sentir dire per esempio che Jerzy Owsiak è un disonesto e che tiene una parte dei fondi per sé. I suoi detrattori lo accusano anche di spendere il denaro raccolto per appartamenti di lusso e delle ville. Lo si sospetta inoltre di finanziare il festival Woodstock (che organizza tutte le estati) con gli stessi fondi. “E poi questo Owsiak incolla cuori su del materiale che non ha nemmeno finanziato” - inveiscono certi passanti contro i volontari della Grande Orchestra. Inoltre, la Fondazione WOŚP è pesantemente criticata da una parte della destra, il che riflette a sua volta le profonde divisioni della società polacca. Jerzy Owsiak ha sostenuto la Protesta Nera Czarny Protest fin dal principio, nel 2016. Da quel momento, sono apparsi slogan come “Se sostieni la WOŚP e Owsiak, sostieni l’aborto e l’eutanasia”. Domenica scorsa, durante la 27a edizione della Grande Orchestra, si potevano chiaramente distinguere due gruppi: c’erano molte famiglie generose, ma i volontari, in piedi al freddo tutto il giorno, erano anche l’oggetto di sguardi diffidenti e a volte sprezzanti. I detrattori di strada, venuti per lanciare parole d’odio, non sono naturalmente mancati. Nonostante tutto, la Fondazione WOŚP funziona ancora. I volontari sono avvertiti dei possibili attacchi dei passanti e a volte si consiglia loro di evitare le chiese, perché alcuni preti scacciano chi raccoglie fondi e porta dei cuori.

Un capitolo si chiude. Come sarà il prossimo?

Quest’anno, un’altra critica si aggiunge alle precedenti - si accusa la WOŚP di non aver messo abbastanza in sicurezza i locali, rendendola co-responsabile dell’attacco di domenica scorsa. E’ stata una critica di troppo. Dopo la tragica notizia della morte di Adamowicz, Jerzy Owsiak ha fatto una dichiarazione pubblica durante la quale ha fra le altre cose ricordato i commenti ripugnanti nei suoi confronti. Ha annunciato le proprie dimissioni dal posto di capo della Fondazione. Da quel momento in poi, un capitolo si chiude.

Oggi, la Polonia è doppiamente triste - per la tragica morte del sindaco Adamowicz e per le dimissioni di Owsiak. Cosa succederà poi? L’aumento dell’aggressività che trova le sue radici nell’odio finirà per risvegliare le coscienze in una società così divisa? Domenica scorsa, molte famiglie hanno voltato le spalle ai volontari della Grande Orchestra. I loro figli non ne capivano nulla - vedevano semplicemente che i loro compagni avevano degli adesivi a forma di cuore, e loro no. Per quanto tempo contiamo di odiarci invece di discutere? Poco dopo l’attacco di Gdańsk, molte città hanno annunciato delle marce contro la violenza e l’odio. Prendiamolo come un annuncio di un futuro migliore.

“Insieme, in solidarietà” - l’eredità politica di Paweł Adamowicz

Gdańsk ha ricevuto le condoglianze di personalità politiche da tutto il mondo. La Commissione Europea, il sindaco di Londra Sadiq Khan e l’ambasciatore degli Stati Uniti in Polonia Georgette Mosbaher hanno espresso la propria solidarietà con Paweł Adamowicz. “Mai l’uno contro l’altro, ma sempre insieme, in solidarietà. Che questa sia la nostra ispirazione, costruiamo Gdańsk, la Pomerania e la Polonia, libere e solidali, senza escludere nessuno, accogliendo tutti”. Che queste parole del sindaco Paweł Adamowicz ci indichino il cammino da seguire.

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