Globalizzazione e inflazione: due fenomeni correlati?

Cosa ci dice il riesame della strategia di BCE

, di Silvia Ciaboco

Globalizzazione e inflazione: due fenomeni correlati?

È ben noto che il mandato della Banca Centrale Europea pone al centro dell’azione monetaria l’obiettivo di stabilità dei prezzi, tuttavia, per assolverlo al meglio, è necessario comprendere a fondo come funziona oggi l’economia mondiale. Evidentemente, quest’ultima segue dinamiche alquanto diverse rispetto al 2003, anno in cui la BCE aveva svolto l’ultimo riesame della sua strategia. Nel corso degli ultimi due decenni, la globalizzazione è stata una delle principali manifestazioni del cambiamento verificatosi nell’economia, dispiegando effetti positivi ed altri più ambigui e comportando altresì un significativo aumento dell’interdipendenza economica tra i Paesi, come la crisi finanziaria e la pandemia da Covid-19 hanno ben potuto dimostrare. A partire da queste considerazioni, l’anno scorso la BCE ha proceduto al riesame della sua strategia, al fine di meglio orientare la conduzione della politica monetaria negli anni a venire. È però di particolare interesse il fatto che il Consiglio direttivo abbia discusso della globalizzazione nel contesto del riesame della strategia: a tal proposito, l’analisi condotta circa gli effetti della globalizzazione sull’inflazione, nel corso degli ultimi decenni, sarà qui brevemente richiamata. [1]

Anzitutto, dopo essere cresciuta rapidamente negli anni Novanta (tanto che qualcuno aveva addirittura parlato di iper globalizzazione), l’integrazione economica mondiale, reale e finanziaria, ha progressivamente rallentato il proprio cammino fino alla grande crisi finanziaria del 2007-2009, in un contesto di già minore crescita economica e di crescente protezionismo. Insieme a fenomeni quali l’automazione e la digitalizzazione, la globalizzazione ha ridefinito le relazioni economiche internazionali ed è stata di frequente richiamata come una delle principali cause alla base dei pervasivi cambiamenti strutturali che sono intervenuti nell’economia, come il persistere della bassa inflazione, dei bassi tassi di interesse e, ancora, del calo della crescita della produttività. Effettivamente, nel periodo di crescita della globalizzazione, la sincronizzazione dei tassi di inflazione tra le economie avanzate è cresciuta sensibilmente e alcuni studiosi hanno dimostrano che alcuni fattori comuni possono spiegare una buona parte delle dinamiche inflazionistiche che hanno caratterizzato l’eurozona, così come altre economie avanzate. L’aumento delle correlazione fra diversi paesi è dovuto principalmente ad ampie oscillazioni nei prezzi delle materie prime, che incidono sull’inflazione attraverso i prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari. Nella misura in cui questi modelli riflettono l’aumento del peso dei mercati emergenti nell’economia mondiale, gli stessi possono essere indirettamente ricondotti alla globalizzazione. Ciononostante, l’evidenza della sincronizzazione è molto più debole per i tassi di inflazione di base (i quali non considerano i prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari, poiché in genere troppo volatili), suggerendo pertanto che le tendenze inflazionistiche di fondo non sono state influenzate in modo significativo dall’aumento dell’integrazione internazionale.

La globalizzazione può influenzare i prezzi dei consumatori in diversi modi: importazioni più economiche, aumento dell’offerta di lavoro, aumento della concorrenza e integrazione delle catene di approvvigionamento globali, solo per citarne alcuni. Ora, una fase prolungata di globalizzazione può avere un effetto sul livello dei prezzi, ma essa esercita altresì una pressione al ribasso sulle aspettative e sull’inflazione. D’altra parte, la globalizzazione può anche favorire l’emergere di aziende che operano in contesti oligopolistici e che, dunque, tendono ad assorbire più facilmente variazioni nelle spese. In tal modo, la concorrenza paradossalmente si riduce, anziché aumentare. Il riesame della strategia di BCE analizza fino a che punto, nel corso degli ultimi trent’anni, la globalizzazione abbia contribuito al declino della tendenza inflazionistica nelle economie avanzate, giungendo infine alla conclusione che, sebbene l’integrazione mondiale sembri aver esercitato una pressione al ribasso sull’inflazione, nella realtà ciò non sembra essere il principale fattore alla base dello scarso fenomeno inflazionistico pre-pandemico. Difatti, il livello di inflazione nelle economie avanzate è crollato già a partire dai primi anni Novanta, coinvolgendo sia il settore dei beni che quello dei servizi e stabilizzandosi poi verso la fine del decennio. Diversamente, la globalizzazione ha subito una significativa accelerazione dalla fine degli anni Novanta fino poi allo scoppio della crisi finanziaria, tanto che in quella fase gli scambi commerciali sono cresciuti più velocemente del PIL mondiale e la struttura del commercio internazionale è stata profondamente modificata dal nuovo ruolo delle economie emergenti, in particolare da quelle asiatiche. Oltre a ciò, si è assistito al rafforzamento delle catene globali del valore. È stato solo a partire dalla crisi finanziaria che la crescita del commercio internazionale è rallentata, procedendo così linearmente con la produzione mondiale. Pertanto, un primo sguardo ai dati sembra indicare che la caduta del tasso di inflazione nelle economie avanzate abbia preceduto il momento di picco della globalizzazione.

Fonte: European Central Bank (2021), The implications of globalisation for the ECB monetary policy strategy, Occasional Paper Series, European Central Bank, 263, pag. 41.

Ma l’inflazione è diventata anche meno sensibile al ciclo economico, tanto è vero che la crisi finanziaria ha indotto mutamenti dell’inflazione molto meno marcati rispetto alle precedenti recessioni mondiali. Le analisi disponibili dimostrano che, similmente al declino dell’inflazione, una buona parte della disconnessione è avvenuta prima dell’accelerazione del processo di globalizzazione e che ciò dipende anche dall’ancoraggio delle aspettative sull’inflazione. La globalizzazione ha certamente influito, in particolare attraverso le catene globali del valore e l’apertura al commercio, tuttavia ciò che emerge è che, nelle economie più integrate all’interno delle catene globali del valore, l’inflazione è diventata meno sensibile ai cambiamenti delle condizioni economiche interne. Tale conclusione è in linea con la maggior parte delle analisi disponibili, indicando così che la globalizzazione ha avuto un effetto negativo ma alquanto modesto sul fenomeno di “appiattimento” della curva di Phillips, la quale considera la relazione inversa tra il tasso di inflazione e il tasso di disoccupazione. Pertanto, nonostante le tendenze comuni tra i paesi, gli effetti della globalizzazione sull’inflazione sono stati nel complesso contenuti. La spiegazione più intuitiva è che il simultaneo declino dell’inflazione nelle economie avanzate sia stato dovuto, in particolar modo, alle strategie di politica monetaria adottate dalle banche centrali nel corso di questi anni, così come ai meccanismi di concertazione salariale coerenti con tali strategie. Da ciò, la conseguente stabilizzazione delle aspettative. Nel complesso, sebbene la globalizzazione abbia avuto profondi effetti sull’economia mondiale e abbia inciso in una certa misura sul fenomeno inflazionistico all’interno delle economie avanzate, la stessa non ha tuttavia limitato la capacità di BCE di raggiungere la stabilità dei prezzi in modo autonomo.

Ora, a partire dall’inizio della pandemia, l’inflazione è tornata al centro del dibattito economico e politico. Difficoltà di approvvigionamento, scarsità di semiconduttori, prezzi crescenti delle materie prime e adeguamenti scaturiti dalla crisi pandemica, ma ancor di più dalla guerra in Ucraina, stanno spingendo i prezzi sempre più verso l’alto. Sebbene fattori globali, quali i prezzi delle materie prime, abbiano rilevanza per quanto riguarda la sincronizzazione dell’inflazione tra i paesi, il loro ruolo nelle economie avanzate è stato limitato fin dagli anni Ottanta. Shock globali possono esercitare una pressione temporanea sulle dinamiche dei prezzi, tuttavia, il destino dell’inflazione sembra rimanere saldo nelle mani delle banche centrali. Così conclude il documento di riesame della strategia di BCE, affermando che nessuno degli effetti prodotti dalla globalizzazione può impedire alle banche centrali di raggiungere i loro obiettivi nel lungo periodo.

Note

[1European Central Bank (2021), The implications of globalisation for the ECB monetary policy strategy, Occasional Paper Series, European Central Bank, 263; https://www.ecb.europa.eu/pub/economic-bulletin/articles/2021/html/ecb.ebart202104_01~ae13f7fe4c.en.html; https://voxeu.org/article/globalisation-and-inflation-insights-ecb-strategy-review.

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