Il commento di Eurobull sulle recenti elezioni in Ungheria

Elezioni in Ungheria: Orbán verso il quarto mandato

, di Dino Šabović

Elezioni in Ungheria: Orbán verso il quarto mandato

Domenica 3 aprile si sono tenute le elezioni generali per il rinnovo del Parlamento in Ungheria. In questo pezzo sui risultati di questa tornata elettorale si cercherà di comprendere quali siano i risvolti di questo voto e come potrebbero influire in futuro. E si vedrà anche come la guerra in Ucraina abbia influenzato queste elezioni e i risultati del referendum tenutosi nella medesima giornata.

Lo scorso gennaio il Presidente dell’Ungheria János Áder segnava il 3 aprile come data in cui tenere il rinnovo del Parlamento ungherese, chiamando alle urne 7,8 milioni di cittadini per eleggere ben 199 parlamentari, 106 con un unico ballottaggio diretto, i restanti distribuiti secondo una formula proporzionale [1].

Al contempo, pochi giorni dopo la convocazione delle elezioni generali, Áder indicava sempre il 3 aprile quale data in cui tenere il referendum sull’educazione sessuale dei minori [2]. Infatti, dopo l’adozione della controversa legge anti-pedofilia, Viktor Orbán aveva annunciato e ottenuto il consenso per rafforzare la normativa in materia attraverso un quesito referendario per inasprire le punizioni in caso di atti pedofili. Una proposta che aveva trovato sostegno anche dai partiti d’opposizione, ma questo fino a quando Fidesz (partito di cui Orbán è Presidente) non aveva aggiunto un emendamento per bandire “la promozione dell’omosessualità” [3].

Questa concomitanza di appuntamenti politici non si era mai verificata in questi trentadue anni di elezioni democratiche nell’Ungheria indipendente.

Per quanto concerne i risultati delle elezioni generali: la coalizione del Fidesz di Orbán e degli alleati cristiano-democratici del Kdnp ha ottenuto, la scorsa domenica, il 54,6% delle preferenze, nonché 134 seggi su 199 [4]. L’opposizione, raggruppata in coalizione a guida dell’ultra-cattolico europeista Péter Márki-Zay, ha ottenuto il 33,6% dei voti, con soli 58 seggi [5]. Questo con l’affluenza alle urne che si attesta al 67,8% degli aventi diritto al voto.

Un aspetto che bisogna ancora rilevare da questa tornata elettorale è che nel Parlamento ungherese entrano con il 6,34% dei voti — ben sette seggi — il partito di estrema destra Mi Hazánk Mozgalom (Movimento Nostra Patria) guidato da László Toroczkai [6]. Questo risultato di Toroczkai non è da sottovalutare dal momento che i voti per l’estrema destra in Ungheria sono cresciuti rispetto l’ultima tornata elettorale.

In ogni caso, Orbán guiderà nuovamente, per il suo quarto mandato consecutivo, l’Ungheria nei prossimi quattro anni. Il leader conservatore ha esordito, a vittoria confermata, con la seguente dichiarazione: “Ci siamo garantiti una grande vittoria, così grande che di fatto la potete vedere dalla luna e di certo da Bruxelles [7].

È chiaro che Orbán non sia predisposto a modificare i suoi rapporti con l’Unione, anzi, sulla scia della sua propaganda del “appeasement” con la Russia è riuscito ad ammucchiare tutti quegli ungheresi che vivono ancora nella paura di un’invasione russa — sovietica, per la precisione — del Paese. Anche se Budapest ha condannato l’aggressione russa ai danni dell’Ucraina e votato le sanzioni UE a Mosca, Orbán ha continuato a opporsi al divieto di importazione di energie dalla Russia e all’invio di armi a Kiev [8].

L’opposizione di Fidesz al coinvolgimento del Paese, ma non solo, nel conflitto russo-ucraino ha giocato a favore di Orbán che è riuscito a riesumare le paure di un invasione — anche se praticamente impossibile — russa del territorio nazionale [9].

Se l’opposizione aveva creduto di vincere le elezioni puntando sulla strisciante condiscendenza del Primo Ministro uscente, ciò non è stato così. In questo senso, risuonano preoccupanti le esternazioni del leader di Fidesz che dichiara che “abbiamo vinto anche a livello internazionale contro il globalismo. Contro Soros. Contro i media mainstream europei. E anche contro il Presidente ucraino. Fidesz rappresenta una forza conservatrice patriottica e cristiana. È il futuro dell’Europa. Prima l’Ungheria! [10].

Oltre al classico slogan a cui si ricorre sempre in campagna elettorale del “promettere la pace”, bisogna pur rilevare che Orbán pondera le sue decisioni anche in base a interessi economici — in questo caso l’importazione di energie dalla Russia — che di tutela degli ungheresi in Ucraina. Infatti, il corpo elettorale ungherese è anche formato da cittadini che vivono all’infuori dei confini nazionali e perciò anche quelli che abitano nella Subcarpazia ucraina dove vi risiedono oltre 150.000 ungheresi [11].

Chiaramente, Orbán si è fatto voce della difesa degli ungheresi ovunque nel mondo — ora in particolar modo in Ucraina — e ciò gli ha permesso di guadagnare ulteriori voti.

Se gli europeisti si erano augurati che l’avventura russa avrebbe spinto Budapest a una linea più liberal-europeista, così non è stato così. Anche se è l’unico Paese membro ad avere una direttrice più restia nei confronti di Mosca, bisogna pur segnalare che esso rimane pur sempre nel Consiglio europeo — salvo risvolti positivi sui procedimenti UE sullo Stato di diritto in Polonia e Ungheria — e può sempre porre il divieto su successive azioni dell’Unione contro Vladimir Putin.

Inoltre, bisogna tenere in dovuta considerazione la crescita dell’estrema destra che anno dopo anno riesce a raccogliere in sé i voti dei delusi. Cosa che se non affrontata con serietà e in tempi celeri da Budapest e Bruxelles potrebbe consegnare, negli anni futuri, un’Ungheria ancora più radicalizzata.

Come detto, la vittoria di Orbán potrà aumentare ancora di più gli attriti tra l’Unione e il Paese e ciò sembra confermato dalle parole del Primo Ministro appena riconfermato. Ma è anche vero che in campagna elettorale i toni smodati sono cosa normale. Quello che invece incuriosisce è come si svilupperanno ora i rapporti del Gruppo Visegrád (Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia).

Infatti, Varsavia e Praga avevano annunciato che non si sarebbero recate in Ungheria per l’incontro dei quattro [12]. L’incontro, a guida dei rispettivi Ministri della Difesa, doveva vertere sulla posizione di questi Paesi — a cui doveva anche partecipare Vienna — riguardo il conflitto in corso.

Budapest, per giustificare il mancato meeting, aveva annunciato che esso era stato posticipato, cosa non confermata dai Paesi invitati: Varsavia si è limitata a non dare la sua disponibilità a partecipare, raccogliendo i plausi dell’opposizione; stessa cosa Vienna e Bratislava. Praga invece, mediante il suo Ministro Jana Chernochova, ha affermato che non “sarebbe giusto” parteciparvi nel mezzo delle elezioni aggiungendo che “è davvero dispiaciuta che i politici ungheresi trovino più importante il petrolio russo a buon mercato che il sangue ucraino” [13].

Se Orbán continuerà nella sua direttrice di politica estera dell’appeasement sulla situazione russo-ucraina, è possibile che ciò porti a una incrinatura del Gruppo Visegrád. Soprattutto con la Polonia, fidata alleata dell’Ungheria nello scenario europeo, che di sicuro non è tanto volente ad avere una postura morbida con Mosca.

Nonostante la vittoria elettorale di Fidesz, il quesito referendario promosso dal suo Presidente non ha avuto esito positivo. Orbán aveva cercato di focalizzare il dibattito sull’attacco che Bruxelles stava perpetrando ai danni dell’integrità morale del proprio Paese piuttosto che sul contenuto dei quesiti. Ma ciò non è bastato a spingere più della metà degli aventi diritto al voto — 4.107.652 — a richiedere la relativa carta elettorale: infatti solo il 20% degli aventi diritto l’ha richiesta [14].

Anche se invalida, la proposta referendaria ha visto il non raggiungimento del quorum in tutti e quattro quesiti. Questo consegna, chiaramente, a Orbán un dato politico cristallino su quale sia l’indirizzo del Paese a riguardo delle tematiche LGBT [15].

Concludendo, la vittoria di Orbán ha dimostrato che non vi siano rilevanti novità in Ungheria per quanto riguarda il sentimento europeista. Questo anche analizzando l’opposizione che in larga misura ricalca, se non estremizza, l’orientamento politico della coalizione vincente. C’è da rilevare che la posizione cauta di Fidesz sulla guerra russo-ucraina potrebbe portare a dei risvolti non tanto positivi nel Gruppo Visegrád. Anche se vi è da dire che la campagna elettorale si è conclusa la scorsa settimana e che i risultati sono stati dati domenica notte 3 aprile, e non è detto che Orbán continui su questa sua direttrice politica — almeno per quanto riguarda la guerra russo-ucraina.

Indubbiamente rimane palese che l’Ungheria non sarà destinate ad abbracciare in tutto e per tutto i valori che caratterizzano l’Unione — come molti altri Paesi membri d’altronde. E che continuerà a essere, assieme agli altri Paesi sovranisti, un punto di riferimento per i partiti e politici con posizioni sovraniste. In questo senso, è Bruxelles assieme ai suoi altri Stati Membri a dover trovare un modo per portare l’Ungheria ad avere un comportamento consono ai trattati istitutivi, questo nel rispetto dei principi democratici. Ma è anche chiaro che l’UE, a prescindere dalle elezioni ungheresi e del conflitto in corso, debba incamminarsi verso un percorso che sia capace di tutelare veramente gli interessi dei suoi cittadini; lasciando così poco spazio di manovra ai sovranisti e agli estremisti di ogni indirizzo politico.

Note

[1“President sets date of 2022 general election, referendum on child protection law for April 3”, 11 gennaio 2022, The Budapest Times, Consultabile: https://www.budapesttimes.hu/hungary/president-sets-date-of-2022-general-election-referendum-on-child-protection-law-for-april-3/.

[2Ibidem.

[3“National Referendum Held Togheter with Parliamentary Elections for First Time Ever”, 3 marzo 2022, Hungary today, Consultabile: https://hungarytoday.hu/hungary-referendum-child-protection-day/.

[4“Elezioni in Ungheria: Orban vince ancora”, 4 aprile 2022, Ansa.it., Consultabile: https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2022/04/03/elezioni-in-ungheria-orban-vince-ancora_69549c46-4bb1-4841-a54c-257a3f19d93e.html.

[5Ibidem.

[6“Elezioni Ungheria 2022, i risultati: Orban stravince ancora, boom per l’estrema destra”, 4 aprile 2022, Money.it, Consultabile: https://www.money.it/Elezioni-Ungheria-2022-risultati-Orban-estrema-destra.

[7“Orbán decleres “huge victory”, 3 aprile 2022, The Budapest Times, Consultabile: https://www.budapesttimes.hu/hungary/orban-declares-huge-victory/.

[8“Orban trionfa in Ungheria: “vinto contro Zelensky”, 4 aprile 2022, EUROPATODAY, Consultabile: https://europa.today.it/attualita/orban-trionfa-contro-zelensky.html.

[9“Elezioni in Ungheria: il peso sul voto dell’invasione russa in Ucraina”, 1 aprile 2022, euronews., Consultabile: https://it.euronews.com/2022/04/01/elezioni-in-ungheria-il-peso-sul-voto-dell-invasione-russa-in-ucraina.

[10“Orban trionfa in Ungheria: “vinto contro Zelensky”.

[11Fenyvesi A., 2005, “Hunagrian Languange Contact Outside Hungary”, Amsterdam, John Benjamins Publishing Company, pp. 89-132.

[12“Ukraine war: Poland and Czech Republic refuse meeting over Hungary’s stance on Russia”, 30 marzo 2022, euronews, Consultabile: https://www.euronews.com/2022/03/29/visegrad-defence-ministers-meeting-cancelled-over-hungary-s-stance-on-russia.

[13Ibidem.

[14“Referendum on “Child Protection” Invalid”, 4 aprile 2022, Hungary Today, Consultabile: https://hungarytoday.hu/child-protection-referendum-invalid-result-outcome-hungary/.

[15Ibidem.

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