Venti di guerra nel Caucaso

, di Matteo Minchio

Venti di guerra nel Caucaso

Le Olimpiadi di Pechino 2008 sono state oscurate dalla notizia degli scontri intercorsi tra le truppe russe e quelle georgiane per il controllo dell’Ossezia del Sud, un territorio ufficialmente sottoposto alla sovranità georgiana, ma dichiaratasi repubblica indipendente sin dal crollo dell’Unione Sovietica.

Lo scenario

Negli ultimi mesi le relazioni tra Tiblisi e Mosca si erano andate deteriorando a causa dell’esacerbarsi delle tensioni tra Putin e il Presidente georgiano Saakashvili. Galvanizzato dall’appoggio ottenuto da Washington nel corso dei suoi ultimi contatti con l’amministrazione americana, il leader georgiano ha innalzato il livello dello scontro con Mosca. In marzo, grazie all’appoggio statunitense, il Consiglio Atlantico ha concesso alla Georgia la prospettiva di una futura adesione all’Alleanza. Parallelamente, l’esercito americano ha addestrato i militari georgiani che hanno partecipato alla guerra in Iraq e tale esperienza è stata impiegata da Tiblisi per recuperare parte del territorio georgiano non soggetto alla sovranità della capitale. In particolare, l’azione militare si è concentrata su due importanti regioni della Georgia, l’Abkazia e l’Ossezia del Sud, ancora oggi non sono pienamente sotto il controllo della sovranità georgiana. Il controllo di queste aree è rilevante perché la prima rappresenta la gran parte dell’accesso al Mar Nero della repubblica caucasica, mentre la seconda si incunea nel paese dividendolo a metà. Il controllo della città di Gori, così ardentemente contesa dall’esercito russo e georgiano durante il conflitto in corso è la chiave per le comunicazioni tra l’Est e l’Ovest del paese, nonché un punto dal quale minacciare pesantemente la capitale georgiana.

I fatti

La Russia ha giustificato la presenza di sue truppe in Georgia come un intervento umanitario a favore delle due repubbliche separatiste georgiane, con le quali sin da aprile, poco prima della conclusione del mandato di Putin, intrattiene rapporti diplomatici. Ossezia e Abkhazia denunciano una campagna di “georgianizzazione” attuata da Tiblisi con sostegno operativo americano. Da questo punto di vista Mosca ha impiegato, a torto o ragione, le stesse giustificazioni usate dall’Alleanza Atlantica per l’intervento in Kosovo. Il legame tra il conflitto nel Caucaso e quello nei Balcani non è casuale poiché proprio sulla questione dei “doppi standard” da parecchi mesi Mosca sta incentrando tutta la sua offensiva diplomatica denunciando l’incoerenza tra le parole a difesa del diritto internazionale da parte occidentale e lo scarso rispetto nella pratica degli impegni presi.

... scarsi risultati ottenuti dai diplomatici americani nonostante i grandi sforzi ...

L’amministrazione americana ha dispiegato un’offensiva diplomatica a favore della Georgia contro l’azione militare russa, ma i risultati ottenuti sono stati piuttosto scarsi. Le relazioni diplomatiche tra i due paesi sono andate deteriorandosi negli ultimi mesi. Mosca non accetta che Washington protegga degli stati ad essa ostili che si trovano sui suoi confini. Sin dall’allargamento NATO ai paesi baltici, poi con la promessa di dispiegamento di missili balistici in Polonia e infine con il sostegno alla presidenza Yushenko in Ucraina, la Russia ha dovuto ingoiare parecchi rospi. Forte di un risanamento delle casse statali e della stabilizzazione interna, la Russia vuole approfittare della grave crisi che attraversano gli Stati Uniti per riconquistare il terreno perduto in passato e riaffermarsi come grande potenza.

… massiccia la mobilitazione delle diplomazie europee ma i tempi potrebbero allungarsi a fronte di un inasprimento delle relazioni Eu- Russia …

Durante la scorsa settimana la mobilitazione delle diplomazie europee è stata massiccia e in particolare il Presidente di turno del Consiglio Europeo Nicolas Sarkozy si è recato a Mosca e Tiblisi per incontrare i due capi di stato Saakashvili e Medvedev. Dopo le intense ostilità dei primissimi giorni che hanno condotto i carri armati russi alle porte della capitale georgiana, Sarkozy ha negoziato un “cessate il fuoco” e il ritiro delle truppe dei due paesi dalla zona di conflitto che è stato accettato formalmente dai due governi, ma non è stato pienamente attuato. Al contrario, i tempi potrebbero allungarsi ancora di più con l’inasprirsi delle relazioni con la Russia.

Le conseguenze.

La crisi russo-georgiana può considerarsi il punto più basso delle relazioni tra l’Occidente e Mosca dalla fine della guerra fredda. Il Segretario generale della NATO Sheffer ha avvertito che le relazioni tra l’Alleanza Atlantica e la Russia saranno compromesse. L’ambasciatore russo presso l’organizzazione si pronunciato dello stesso avviso. La propensione antirussa di molti paesi dell’Europa dell’Est si è fatta più accesa, così come la percezione che Washington ha di Mosca si avvicina più a quella di un rivale che un partner strategico. Angela Merkel, che in passato si era fermamente opposta all’adesione della Georgia alla NATO ha mutato d’avviso, confermando la prospettiva del MAP approvato a marzo dal Consiglio Atlantico e ponendo le basi per una rivalità con la Russia sempre più accesa in futuro.

Fonte dell’immagine: World Wide Web

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