Le strutture istituzionali dell’Unione europea e la Federazione incompiuta

, di Sergio Pistone

Le strutture istituzionali dell'Unione europea e la Federazione incompiuta

Il concetto di federazione incompiuta, proposto dal Walter Hallstein nel 1969, continua ad essere valido - anche tenendo conto delle significative riforme contenute nel Trattato di Lisbona - per descrivere il sistema istituzionale dell’Unione europea. In effetti questo sistema è caratterizzato dalla presenza di importanti aspetti di natura chiaramente federale (fondamentalmente il ruolo delle tre colonne portanti del metodo comunitario - Commissione, Parlamento e Corte di Giustizia -, la BCE, i principi del voto a maggioranza per un numero crescente di decisioni e dell’applicazione immediata e del primato del diritto europeo, la Carta dei diritti fondamentali dei cittadini europei), ma anche dalla persistenza del meccanismo confederale delle decisioni unanimi dei governi nazionali in settori di enorme rilevanza, quali la politica estera, di sicurezza e di difesa, le risorse finanziarie e la revisione delle istituzioni.

Si tratta appunto di un sistema incompiuto rispetto all’obiettivo ultimo dell’integrazione comunitaria, la federazione, indicato nella Dichiarazione Schuman del 9 maggio 1950, che del processo comunitario costituisce il documento fondativo. La ragione profonda di questa incompiutezza è stata individuata con grande lucidità da Altiero Spinelli con l’affermazione secondo cui i governi nazionali sono, rispetto all’unificazione europea, allo stesso tempo strumenti (sono in un certo senso costretti ad attuare una politica di unificazione sopranazionale dall’alternativa “unirsi o perire”) e ostacoli (dal momento che la legge dell’autoconservazione del potere li spinge a soluzioni compromissorie implicanti il mantenimento nelle loro mani del controllo in ultima istanza del processo di integrazione). In effetti, gli sviluppi in senso federale sono stati possibili per la convergenza fra situazioni critiche e l’intervento di fattori autonomi dalla logica intergovernativa (movimenti e grandi personalità politiche di orientamento federalista, organismi comunitari indipendenti dai governi come il Parlamento europeo,la Commissione e la Corte di Giustizia), i quali hanno potuto limitare, se non superare il monopolio governativo della funzione costituente.

Il sistema istituzionale dell’Unione europea, pur con le sue insufficienze, ha permesso di ottenere risultati di grandissima rilevanza, quali il mercato comune e la moneta unica e, quindi, la pacificazione e un grandioso progresso economico-sociale dell’Europa. D’altra parte, si tratta di un sistema viziato da due pesantissimi deficit strutturali: il deficit di efficienza , connesso con il meccanismo confederale del veto nazionale, che induce precarietà e incapacità di decisioni adeguate alla dimensione dei problemi; il deficit democratico , dovuto a un meccanismo istituzionale che in ultima analisi impedisce ai cittadini europei un ruolo decisivo nella formazione di un vero governo sopranazionale.

Il superamento di questi deficit strutturali è diventato oggi una questione esistenziale per l’Unione europea, dal momento che essa si trova a dover affrontare delle sfide (l’improrogabilità di un autentico governo economico europeo, i problemi connessi con l’allargamento, un ruolo decisivo dell’Unione europea nella formazione di un sistema pluripolare cooperativo per affrontare i problemi di sopravvivenza dell’umanità, la crisi di legittimità dell’integrazione europea) che richiedono un rapido avanzamento verso un sistema federale compiuto come alternativa a una fatale paralisi.

Il percorso imprescindibile per raggiungere il traguardo di una federazione democratica ed efficiente è l’attivazione di un processo costituente pienamente democratico, cioè fondato sull’eliminazione senza riserve dei veti nazionali (la costituzione federale con chi ci sta) e sulla piena partecipazione in ogni fase del processo dei cittadini europei, compreso un referendum europeo, in alternativa ai referendum nazionali.

Immagine: Rielaborazione del logo della Gioventù Federalista Europea, a cura di Sara Rossini, membro della GFE di Prato.

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