Lascia o raddoppia

, di Jacopo Barbati

Lascia o raddoppia

Herman Van Rompuy, Presidente del Consiglio europeo, ha dichiarato, dopo l’ammissione da parte di Irlanda e Portogallo di poter dover chiedere sostegno finanziario all’UE per risolvere la crisi, che l’Unione stessa rischia di dissolversi se questi problemi non verranno risolti. Cosa fare per evitare tutto questo?

Crisi inarrestabile

Magari le frasi di Van Rompuy sono troppo pessimiste, ma qualcosa vorranno dire. A quanto pare, Dublino ha già preso stretti contatti con Bruxelles per chiedere un intervento, simile a quello riservato tempo fa ad Atene, che oscillerebbe tra 50 e 90 miliardi di Euro. Intervento resosi necessario per rifinanziare il debito sovrano (coperto fino al 2011) e ricapitalizzare alcune banche. Invece, dalle parti di Lisbona la situazione non è ancora precipitata ma il baratro è vicino: il Ministro delle Finanze Teixeira dos Santos ammette che il Portogallo ha i suoi problemi, che però sono stati acuiti dalle interconnessioni di mercato con Irlanda e Grecia, altri Paesi dell’Eurozona. Il rischio di contagio è molto alto proprio per questo motivo, e per evitare guai maggiori ci vorrebbe l’intervento dell’UE.

Salto federale

La cosa curiosa è proprio questa: come mai l’Eurozona, invece di essere un salvagente, sta diventando una zavorra? Perché le cose fatte a metà non funzionano mai. E la moneta unica è stata un’introduzione solo parzialmente federalista: c’è la valuta unica, c’è il mercato unico, ma non c’è un livello federale finanziario

... senza federazione gli stati europei rischiano di fallire uno dopo l’altro ...

e governativo. Va da sé che per evitare che qualcuno fallisca e qualcun altro no, ci sia bisogno di scelte finanziarie condivise e unitarie. È il momento del “lascia o raddoppia”: o si rischia di mandare all’aria 60 anni di integrazione europea, o finalmente si dà corpo e sostanza a questo interminabile processo. Il “salto federale” è l’unica soluzione a questo punto, la crisi deve convincere chi ancora è dubbioso che la federazione europea è necessaria. Anche l’ex Ministro delle Finanze italiano, Vincenzo Visco, ha dichiarato che senza la Federazione, gli Stati membri dell’attuale UE rischiano di fallire l’uno dopo l’altro. Perché allora correre questo rischio? Per perpetuare vecchi risentimenti nazionalisti? Per paura di condividere il benessere con qualcuno che si odia per questioni risalenti all’epoca dei nonni dei nonni? Per questo si preferisce mettere a repentaglio il possibile benessere di milioni di persone? Ripeto, siamo al “lascia o raddoppia”. È rischioso raddoppiare, ma perdere tutto non è ancora più rischioso?

Fonte dell’immagine: World Wide Web

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