La sinfonia incompleta di Lisbona

, di Pauline Gessant, Philippe Adriaenssens, Traduzione di Mauro Mondino

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La sinfonia incompleta di Lisbona

Dopo un decennio di tentennamenti tra gli stati dell’Unione e l’annacquamento della Costituzione Europea, finalmente il Trattato di Lisbona è entrato il vigore il 1 Dicembre 2009. Piuttosto che la fine di un lungo processo, la JEF-Europe considera questo evento solamente un altro graduale passo sulla via dell’integrazione verso una democratica Federazione Europea.

Il Trattato di Lisbona introduce numerosi strumenti che rendono l’Unione più trasparente, più democratica ed efficiente; tuttavia l’Europa avrà bisogno di musicisti abili e creativi per suonare il motivo federalista fino alla fine. Perchè i politici non stecchino la nota, i giovani federalisti dovranno continuare a dettare il ritmo. Ora, quali sono i più importanti cambiamenti introdotti da Lisbona che interessano ai federalisti? [1]

 Esistono almeno tre buoni argomenti che sconfessano le critiche degli euroscettici. In primo luogo, con il Trattato di Lisbona gli stati membri non saranno più costretti a rimanere forzatamente nell’Unione contro la volontà dei loro rispettivi cittadini, in quanto il nuovo trattato riconosce agli stati membri il diritto di uscire dall’Unione. In secondo luogo, i parlamenti nazionali avranno d’ora in poi fino a otto settimane di tempo per analizzare le proposte di legislazione europea ed contestare tali proposte sulla base della violazione del principio di sussidiarietà. In terzo luogo, il Consiglio sarà tenuto a legiferare in pubblico, aumentando così il grado di trasparenza del processo decisionale.

 Sul fronte istituzionale, la procedura intergovernativa appare senza dubbio lenta ma lascia comunque spazio a strumenti decisionali più vicini alla visione federalista sui quali dovremmo lavorare. In prima istanza, l’applicazione della procedura di co-decisione è stata ampliata e diventerà la procedura ordinaria in ambito legislativo, determinando così il rafforzamento della posizione del Parlamento Europeo. I federalisti saranno quindi in grado di invocare più facilmente riforme strutturali

... sul fronte istituzionale alcuni strumenti istituzionali più vicini alla visione federalista ...

nei settori ai quali la procedura di co-decisione è stata estesa, tra i quali spiccano politica agricola e della pesca, trasporti, fondi strutturali, l’intero processo del bilancio dell’Unione e tutte le politiche riguardanti giustizia e affari interni (quello che in precedenza era i c.d. “terzo pilastro” dell’Unione).

Il secondo grande tema istituzionale riguarda il meccanismo di voto all’interno del Consiglio, dove (dal 2014) verrà adottato il metodo della doppia maggioranza qualificata (che rappresenti il 55% degli stati membri e il 65% della popolazione dell’Unione) come procedura generale di decisione. Tuttavia alcune aree sensibili alla sovranità nazionale rimarranno ancora soggette al principio dell’unanimità: tra di esse figurano tassazione, welfare state, diritti dei cittadini, politiche linguistiche e l’importante campo della politica estera, di sicurezza e difesa comune (PESC e PESD). I federalisti dovranno continuare a proporre startegie politiche e riforme istituzionali per ottenere maggiore coordinamento e armonizzazione in questi settori ancora influenzati dagli interessi dei singoli stati sovrani!

 La cooperazione rafforzata tra nove o più stati membri diventerà più facile e acquisirà un più ampio ambito di applicazione, dato che un nucleo di stati sarà in grado di applicare alle proprie decisioni il principio della maggioranza qualificata, sebbene si applicherà ancora il principio dell’unanimità nel Consiglio a 27. In questo modo, non ci confronteremo più con il problema della creazione di un’“avanguardia europea” in un sistema istituzione al di fuori dell’ acquis communautaire, che avrebbe creato il rischio di una possibile frammentazione dell’Unione.

 Per quanto riguarda le politiche dell’Unione, nuove basi legali sono state introdotte nel campo della proprietà intellettuale, dello spazio, del turismo, della protezione civile, del cambiamento climatico, oltre a una politica dell’immigrazione comune e a una rafforzata politica energetica (in particolare riguardo alla sicurezza energetica e alla stretta relazione tra stabilità dell’offerta e principio di solidarietà), le quali potranno da ora diventare oggetto delle nostre risoluzioni. Noi federalisti dovremmo inoltre riflettere sulla costruzione e sulla missione del nuovo Servizio Europeo per l’Azione Esterna

... un ruolo maggiore del Parlamento europeo nella revisione del Trattato ...

(il nuovo servizio diplomatico comune) che verrà gestito dal Vice-Presidente della Commissione e Alto Rappresentante e che verrà finanziato attraverso il bilancio dell’Unione, determinando così un significativo controll del Parlamento Europeo, co-responsabile della politica di bilancio.

 È necessario ricordare che il Trattato di Lisbona introduce una procedura semplificata per minimi cambiamenti nelle politiche interne, i quali potranno essere modificati con un voto unanime del Consiglio Europeo con l’approvazione dei parlamenti nazionali (e sentito il Parlamento Europeo). Inoltre dovremmo ricordarci che il Parlamento Europeo otterrà ul ruolo maggiore nella procedura di revisione del Trattato attraverso il diritto di iniziativa e prendendo parte a una futura Convenzione, la quale sarà la regola per considerevoli emendamenti all’assetto istituzionale di Lisbona.

 In conclusione, non dobbiamo dimenticarci che la possibilità di partecipare democraticamente al processo decisionale è migliorata attraverso il Diritto d’Iniziativa dei Cittadini Europei. Con la raccolta di un milione di firme in un significativo numero di stati membri, la Commissione sarà chiamata a inoltrare una specifica proposta legislativa al Parlamento Europeo. Questa lista potrebbe non essere sufficiente a soddisfare il desiderio dei federalisti per una maggiore integrazione politica. Tuttavia, grazie al Diritto d’Iniziativa dei Cittadini Europei, per la prima volta nella storia dell’Unione, la procedura legislativa non sarà più soltanto un processo imposto dall’alto ma i Cittadini potranno

... partecipare democraticamente ai processi decisionali ...

loro stessi iniziare e definire le politiche dal basso, nel momento in cui vedranno la necessità di una maggiore integrazione politica. Le organizzazioni della società civile dovrebbero quindi afferrare al volo questa nuova opportunità per fare fronte comune e lanciare campagne trans-nazionali per richiedere maggiore integrazione politica in specifiche politiche dell’Unione e, perchè no, chiedere la convocazione di una nuova Convenzione Costituente!

La nuova Commissione dovrebbe nuovamente diventare il motore trainante dell’Unione e redigere una proposta per un regolamento efficace che permetta ai Cittadini Europei di benficiare dell’opportunità offerta dal Diritto di Iniziativa dei Cittadini Europei. Piuttosto che diventare la segreteria di un Consiglio in via d’espansione, la Commissione dovrebbe fare pieno uso dei suoi poteri esecutivi con ambizione e determinazione, e affermarsi come lo strumento principe nell’orchestra europea suonando un motivo al tempo stesso lungimirante e ambizioso!

Fonte dell’immagine: World Wide Web

Parole chiave
Note

[1Vedi : Andrew Duff, True Guide to the Lisbon Treaty

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