La Dichiarazione Schuman compie 60 anni

, di Guy Verhofstadt, Traduzione di Manuela La Gamma

La Dichiarazione Schuman compie 60 anni

Sessant’anni fa, il nostro continente si è trovato a dover rispondere ad una domanda cruciale: continueremo a lavorare, vivere e morire come abbiamo fatti per cosi tanti decenni? O decideremo finalmente di lavorare insieme? Robert Schuman è stato colui che ha fornito una risposta alla suddetta domanda. Consapevole che solo attraverso la cooperazione europea, solo attraverso la promozione di un metodo comunitario per il carbone e l’acciaio, solo con più Europa avremmo raggiunto pace e prosperità. E, rispondendo a questa domanda, ha reso il 9 maggio un momento di svolta della storia mondiale.

Oggi, sessant’anni più tardi, ci troviamo di nuovo di fronte ad un momento di svolta. Oggi, ancora una volta, dobbiamo rispondere ad una domanda cruciale riguardo la direzione che l’Unione intraprenderà in futuro: vogliamo un Europa di Stati membri, un’Europa intergovernativa? O vogliamo un’Europa politica, un’Unione basata sul metodo comunitario? In altre parole, ci avviamo verso un’Europa ancora piu’ frammentata o verso un’Europa più unita? Questa è la domanda alla quale dobbiamo rispondere oggi.

Qualcuno potrebbe sostenere che con la ratifica del Trattato di Lisbona il metodo comunitario è stato scolpito nella pietra. In teoria, avrebbe ragione. Tuttavia, nella vita politica quotidiana assistiamo esattamente alla tendenza opposta. Ogni singolo dossier di rilievo viene affrontato secondo una prospettiva intergovernativa….ogni volta!

Prendiamo ad esempio la strategia Europa 2020. Oggi tutti sono d’accordo sul fatto che la strategia di Lisbona si sia rivelata un fallimento. Questo non a causa della crisi in corso, ma a causa del metodo aperto di coordinamento, della peer review e delle best practices. L’unico metodo efficace sarebbe dare maggiori poteri alla Commissione per costringere gli Stati membri a raggiungere i loro obiettivi: il metodo comunitario. Ma a cosa assistiamo? Il Consiglio non ha conferito più potere alla Commissione, anzi l’ha diminuito. Cosa ancora peggiore, ha creato una taskforce sulla governante economica, riducendo così la Commissione a niente di più di una sorta di segretariato esecutivo del Consiglio, rendendo Europa 2020 una strategia intergovernativa.

Un esempio ancora più lampante è ovviamente il modo in cui è stato affrontato il problema della Grecia. Avrei usato il termine «risolto», ma non è stato ancora risolto. Invece di assegnare alla Commissione e alla Banca Centrale Europea il compito di varare tempestivamente un prestito europeo alla Grecia, le nostre capitali hanno discusso per mesi e mesi cosa fare e come farlo, facendo aumentare al tempo stesso sentimenti anti-europei in tutto il continente. Intanto la Grecia e l’euro sono crollati. Tutto questo dimostra che il metodo intergovernativo è troppo lento ed inefficiente per affrontare i problemi di oggi.

Tuttavia, pare che quest’esperienza non sia bastata. Non abbiamo imparato la lezione, dal momento che la proposta per il Servizio Europeo per l’Azione Esterna è nuovamente basata sul metodo intergovernativo, lontana quanto più possibile dalla Commissione e, naturalmente, dal Parlamento.

Per questo motivo ho affermato che stiamo vivendo un momento critico nella storia europea, così come è già successo nel 1950. Stiamo scegliendo un’Europa intergovernativa? O stiamo scegliendo un’Unione basata sul metodo di Schuman e Monnet? Ciò che Schuman ha realizzato il 9 maggio 1950 non è stato solo visionario. E’ stato innanzitutto coraggioso. Ha dato il via alla progressiva rinuncia a porzioni significative di potere nazionale per costruire un potere europeo.

Oggi, 60 anni dopo, dobbiamo seguire il suo esempio ed essere audaci. Dobbiamo lottare per il metodo comunitario, anche se dovessimo essere soli. Il Parlamento europeo non ha ricevuto solo nuovi poteri, ma anche nuove responsabilità. E devo dire che ne sono felice, perché penso che in tutti i diversi gruppi politici ci siano abbastanza persone pronte ad assumersi le proprie responsabilità, e a spingere l’Europa verso la direzione intrapresa da Robert Schuman, verso un’Europa ancora più unita.

Si ringrazia l’UEF Belgio per la gentile concessione dell’articolo.

Immagine: Robert Schuman.

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