In risposta a Giorgio la Malfa

, di Michele Gruberio

In risposta a Giorgio la Malfa

In questi giorni si sprecano i commenti sull’intervento di Giorgio la Malfa sul rifiuto referendario al Trattato di Lisbona. E’ opportuno fare alcune puntualizzazioni.

Anzitutto egli dice come il no irlandese sia certo un grave smacco, ma non sia in definitiva nulla di irreparabile. La situazione è grave ma non è seria, in definitiva. Probabilmente no, mi sento anch’io di confermare che non è successo nulla di irreparabile. Le soluzioni ora sono tre:

- I. Dimenticare Lisbona

- II. Riprenderla in mano ed aprire un’altra CIG di revisione

- III. Mettere l’Irlanda alle strette, se tutti i paesi ratificheranno, o qualche eccezione irrisoria (Rep. Ceca), nessuno potrà impedire a questo trattato di entrare in vigore: la Francia ha modificato la sua costituzione per non far tornare a votare i suoi cittadini e fargli digerire qualcosa che avevano già gentilmente rigettato.

Alla luce poi del rifiuto irlandese di alcune ore fa di consegnare una tabella di marcia per riprendere in mano il trattato e i forti dubbi di Mr. Cowen su un ulteriore referendum, pare ben chiaro che la prospettiva di un’Europa a due velocità, a geometria variabile, a cooperazioni rafforzate, un’avanguardia di stati che prenda in mano le redini e si getti nel mondo sia inevitabile. Non ci separano molti mesi dalla conferma o dalla smentita di questa sentenza. Il trattato doveva essere ratificato entro maggio 2009 secondo chi l’ha voluto. E credo che, giunti ormai ad avere la ratifica della maggioranza degli stati, le cose procederanno speditamente.

... manca il federatore, interno ed esterno! ... e la globalizzazione? ...

La Malfa dice che manca un federatore interno all’Europa, un nemico comune come la Germania della seconda guerra mondiale, e che non ci sono i federatori esterni, come ai tempi del bipolarismo russo- americano. Probabilmente gli è sfuggito un piccolo particolare di quello che sta succedendo al mondo, della sempre più stretta interdipendenza globale, del butterfly effect, che romanticamente dice “un battito d’ali in Australia è un tornado che si scatena sul Texas”, come simbolo dell’interdipendenza umana globale , delle maglie della globalizzazione in poche parole. Forse gli è sfuggito. Probabilmente non gli farebbe male venire ad una conferenza di quei federalisti che egli considera senza troppi problemi protagonisti dell’astratto e della retorica.

… allora vogliamo essere concreti e decisi …

Più concretezza e meno polemiche sull’Europa. Perché se l’Europa federata non serve, allora le cose possono andare avanti così, sfruttando i meccanismi che abbiamo da Nizza, mentre le irrisorie modifiche di Lisbona sono praticamente inutili. Allora vogliamo essere concreti e decisi.

Il petrolio costa oltre 180 $ al barile, il prezzo delle materie prime è aumentato del 40% in pochi mesi, gli afghani hanno riconvertito le piantagioni di oppio a granoturco perché sul mercato globale vale praticamente il doppio. Le famiglie fanno la fame, e tra pochi anni saranno gli europei costretti ad andare in Cina, con le valigie di cartone, a cercare di rifarsi una vita. Per i giovani non c’è lavoro, e quello che c’è è sempre difficile da tenere, da gestire, soprattutto nei suoi aspetti più prettamente economici, mentre per i non più propriamente giovani, le prospettive a lungo termine non sembrano molto più gioiose. Il petrolio sta finendo e la ricchezza va sempre più velocemente depauperata, mentre anche il nostro pianeta, Gaia, si prepara a ringraziarci per come l’abbiamo trattato divenendo la tomba del genere umano. Forse abbiamo tirato un po’ troppo la corda. Se i tanto esecrati “burocrati” della BCE non avessero contenuto i tassi di interesse, portando forse qualche dolore per i cittadini europei, ma certamente con una grande forza di responsabilità e presa di posizione nei confronti di quei burocrati un po’ più spendaccioni d’oltre mare, il tracollo economico globale sarebbe stato inevitabile. Dove l’Europa è unita, grande è il ruolo che può compiere per se stessa ed il mondo.

… rivalutando il ruolo dei grigi burocrati d’Europa nella crisi che avanza …

La Malfa non sembra essere così contrario all’Europa unita, solo probabilmente non capisce che quelle irrisorie modifiche da Nizza, maggioranza qualificata da estendere, maggiore responsabilità interna ed esterna, l’aumento della coesione sociale ed economica, sono necessarie per il futuro d’Italia e d’Europa, seppur egli non le reputi tali. In compenso uno dei tratti caratterizzanti del nuovo Trattato, è l’aver mantenuto più del 90% delle peculiarità del precedente Testo costituzionale, tra cui l’articolo sulla riforma dei trattati, che avverrà non più tramite conferenza intergovernativa (anche se questo sistema permane a conclusione dell’iter di riforma, come baluardo della volontà dei governi di restare signori dei Trattati), ma attraverso il più democratico metodo convenzionale.

… unità, democrazia e sussidiarietà, la rivoluzione è il federalismo …

Speriamo che l’esclusione dai campionati europei di calcio per “piede” dei nostri cugini latini non sia una metafora della realtà italiana, perché altrimenti non siamo certamente a cavallo. Parafrasando Ortega, quando diceva che la Spagna era il problema e l’Europa la soluzione (1901), ora il problema è l’Italia, e l’Europa la soluzione (2008).

Signor la Malfa, se pensa di poter fare la storia con le vecchie linee della ragion di stato pensa proprio male. Se ha bisogno di concretezza si fermi un attimo a pensare. Unità, democrazia e sussidiarietà. La rivoluzione è il federalismo! La concretezza siamo noi!

… la concretezza siamo noi! …

Fonte dell’immagine: World Wide Web

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