Il fondatore del Partito dei Pirati, Rickard Falkvinge, parlando della sua «creatura» dice che «nel Piratparitet abbiamo molti militanti giovani, ragazzi nati negli anni 70 e 80. I leader, invece, un po’ più adulti, sono persone che conoscono a fondo, e dall’interno, il mondo delle aziende informatiche. I militanti sono giovani cresciuti con la tecnologia, e che denunciano come opprimente la costante opera di lobbyng di tutte quelle aziende che, appartenendo»al passato«, lavorano soltanto per preservare la propria posizione dominante sul mercato».
L’obiettivo fondamentale per il partito dei pirati, che gli ha permesso di sbarcare al Parlamento europeo conquistando un seggio con il 7,1% delle preferenze, appena dietro i Verdi, è rivoluzionare il web. Le battaglie principali sono:
– La riforma della legge sul copyright;
– L’abolizione del sistema dei brevetti farmaceutici (con tanto di proposta alternativa);
– Il rispetto per il diritto alla privacy.
Queste tematiche sono proprie del volere della gente, che solo un partito cresciuto dal basso può divulgare. Sul loro
... copyright, brevetti farmaceutici, privacy ...
sito, oltre agli appuntamenti in agenda e a molte informazioni, si trovano anche i forum che permettono di prendere parte attivamente alle discussioni e ai dibattiti sugli aspetti politici e legislativi delle varie proposte. Insomma, questo partito sembra essere assolutamente democratico, voluto dal popolo e soprattutto garante della gioventù: creato da giovani e votato da giovani.
Penso sia giusto dunque porsi una domanda, in risposta a tutti coloro che ritengono il P. E. un organo privo di potenza decisionale e che ritenga la dimensione europea un qualcosa di lontano, distaccata della vita dei cittadini.
Quale organo di carattere parlamentare e in quale stato nazionale avrebbe consentito la rappresentanza in un partito con questi caratteri?
In questa occasione Il P.E. ha veramente dimostrato la sua versatilità alle proposte dal basso e di come sia plasmabile all’influenza dei cittadini. Qui veramente il partito è solo un mezzo di transizione la cui funzione rappresentativa è notevolmente diretta.
Il cittadino europeo può quindi attivamente partecipare alle decisioni del P.E. ed è maggiormente o altrettanto influente rispetto alla vita politica delle singole entità nazionali.
1. su 19 giugno 2009 a 11:40, di Massimo In risposta a: Il Partito Pirata
E’ molto interessante l’articolo di Barbara Spinelli «Se Marx seduce la destra» relativo ai nuovi partiti che hanno raccolto molte preferenze alle elezioni europee. Lo trovate su «La Stampa» www.lastampa.it, nella sezione «Opinioni», rubrica «Analisi».
2. su 27 giugno 2009 a 22:28, di Gabriele Barni In risposta a: Il Partito Pirata
I piccoli della netgeneration crescono!!! e questi sono solo i primi ragazzi ad aver raggiunto l’età per votare... tra qualche anno se ne vedranno delle belle!
3. su 13 luglio 2009 a 21:45, di emmeesse In risposta a: Il Partito Pirata
E per completezza segnalo che il Partito Pirata Italiano, nato circa un paio di settimane dopo l’annuncio della nascita del Partito Pirata Svedese, e’ da anni attivo in Italia, purtroppo e’ poco conosciuto.
Non lascio link per evitare accuse di spam, chi e’ interessato sa sicuramente usare un motore di ricerca...
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