Le presidenziali francesi e l’Europa

François Bayrou e i democratici: un movimento europeo...

Dopo il Partito democratico europeo, il Partito democratico francese !

, di Traduzione di Matteo Minchio, David Soldini

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François Bayrou e i democratici: un movimento europeo...

L’annuncio di Bayrou riguardo alla creazione di un nuovo partito alla fine sembra essere una scena già vista: nell’aprile del 2004, il candidato del centro democratico annunciava alla televisione la creazione di un nuovo partito europeo che raggruppava i deputati del centrosinistra italiano con i liberali inglesi e tedeschi per creare un gruppo al Parlamento Europeo. Davanti a un pubblico della televisione un po’ incredulo, Bayrou era stato appoggiato da Rutelli, uno dei leader del centrosinistra italiano che aveva portato il suo sostegno entusiasta.

Ed ecco che oggi ci ha fatto lo stesso colpo, ma questa volta per la Francia!

Un partito europeo prima di un partito nazionale

Si tratta senza dubbio della prima volta nella storia europea dove la formazione della dimensione europea precede la formazione dei partiti nazionali aventi le stesse caratteristiche. Il centrosinistra italiano ha creato il Partito democratico, Bayrou creerà le Parti democrate, ma il Partito democratico europeo è nato ben prima.

E quindi legittimo interrogarsi su questa peculiarità. Perché aver creato prima di tutto un partito europeo? La ragione è probabilmente duplice. Da un lato, dal punto di vista politico, è evidente che creare una forza che trascenda le fazioni politiche è più semplice al livello del Parlamento Europeo che a quello nazionale, soprattutto in un paese fortemente polarizzato come la Francia, o in un paese dove il centro ha avuto un’importanza considerabile, opponendosi alla sinistra tradizionale come in Italia. Le resistenze da parte dei deputati sono minori, il voto proporzionale impedisce che i due grandi partiti possano dominare sugli altri, i quali possono sopravvivere grazie ai seggi conquistati con il proporzionale.

Democratici...sembra che la battaglia europea sia primaria per questa forza politica nuova

Inoltre, dal punto di vista strategico, sembra che la battaglia europea sia primaria per questa forza politica nuova che tenta di emergere in tutta Europa. Dai liberali inglesi o tedeschi, ai riformisti della Margherita italiana o la componente bayrouista dell’Unione per la Democrazia Francese (UDF), l’Europa sembra essere il cuore della convergenza di queste correnti politiche. Un’Europa che coniughi libertà e umanesimo, liberalismo e rispetto della persona umana, il credo nella capacità di agire e il rigetto dell’esclusivismo nazionale.

Il Centro e la sua collocazione nel Parlamento europeo

Questa forza politica nuova esiste in realtà da qualche anno al Parlamento europeo, sotto la sigla controversa dell’ALDE, Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l’Europa (da notare il «per l’Europa» che si sostituisce alla E di Europeo del PPE, PSE eccetera…). Questo gruppo politico, malgrado appaia talvolta poco omogeneo poiché riunisce i liberali e i democratici, si presenta come una forza politica europeista, senza ambiguità alcuna.

A differenza dei suoi due grandi rivali, il PSE e il PPE (Partito socialista europeo e Partito popolare europeo), l’ALDE rifiuta in generale i negoziati tra i partiti politici per l’assegnazione dei posti, come è stato il caso dell’elezione del presidente del Parlamento Europeo. Il PSE e il PPE, non disponendo di una maggioranza, e incapaci di negoziare con delle forze politiche ad esse vicine, hanno preferito di allearsi tra di loro per dividersi i seggi. Ciò rende quindi sorprendenti (e ridicoli) i frequenti attacchi rivolti contro il centro, accusato di mischiare le carte seguendo un approccio da vecchia politica!

forza politica che esiste in da qualche anno al Parlamento europeo sotto la sigla controversa dell’ALDE

In realtà, al Parlamento europeo, sembra che i grandi partiti se ne infischiano del voto degli elettori e si dividano allegramente i posti a svantaggio dei rappresentanti dei partiti più piccoli.

È evidente che la creazione di questo nuovo partito, la sua posizione in Europa e sull’Europa, rischia di non piacere a tutti i deputati o aspiranti tali dell’UDF attuale. Chiusi dentro una prospettiva elettorale che fa loro preferire sistematicamente la destra, grazie alla quale sono eletti, i deputati attuali rischiano di non essere seguiti dal nucleo dell’elettorato di Bayrou. È perciò interessante constatare che il divorzio nella famiglia centrista e il Partito Popolare Europeo ha avuto come fondamento la questione europea. Questo divorzio non è di circostanza e legato a delle considerazioni elettorali. Si tratta piuttosto di un divorzio di fondo. Il PPE di Berlusconi, Aznar e dei conservatori inglesi appare effettivamente molto lontano dal sogno europeo che vorrebbe incarnare questa forza politica nuova.

Non dispiaccia ai diversi detrattori, più o meno sinceri, della scommessa di Bayrou, ma essa si basa su un’analisi effettivamente realista della scena politica europea contemporanea. Una destra che si polarizza e che rifiuta di rinnegare il suo passato conservatore da una parte e una sinistra che discute ancora con questi vecchi fantasmi rivoluzionari dall’altra, lasciano un formidabile spazio a questa forza politica moderata ma convinta dei suoi valori. Se un domani questa forza politica permette agli uni e agli altri di sbarazzarsi dei loro rispettivi estremi proponendo un’alternativa di governo, i veri vincitori saranno i cittadini europei e la democrazia.

l’obiettivo del nuovo partito è costruire un’alternativa al modello statalista e nazionale

L’obiettivo del nuovo partito è senza dubbio di fare quello che questa sinistra francese che è stata sempre incapace di fare e che la destra francese non può senza dubbio fare per delle ragioni “genetiche”: costruire un’alternativa al modello statalista e nazionale che forma ancora le menti e che sfortunatamente guida la politica francese. Guardando alle serie modifiche del tono dei discorsi dei due candidati tradizionali dopo l’annuncio dell’obiettivo di Bayrou, questa scommessa non è affatto impossibile da vincere.

Che si sia di uno schieramento, di un altro o di alcuno dei due, non si può, intanto che europei, che gioire di questa sana evoluzione della vita politica francese e europea, non importa cosa pensino Robien o Santini, decisamente attaccati alla loro poltrona.

Immagine: Bayrou a Strasburgo, di Gerard Obispo

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