La campagna politica per le europee è la grande assente di questa tornata elettorale che eleggerà i rappresentanti al Parlamento europeo. Secondo l’Eurobarometro solo il 30% dei cittadini europei andrà alle urne.
Di fronte al silenzio colpevole dei partiti politici e alla mancanza di informazioni sulla stampa, e sui media in generale, sui programmi elettorali, ovvero su cosa faranno i parlamentari europei una volta eletti, molti amici e conoscenti mi hanno chiesto quale fosse la formazione politica più vicina agli ideali federalisti del Manifesto di Ventotene «Per un’Europa libera e unita» scritto durante il confino fascista da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni.
Ho ritenuto utile estendere a tutti voi una breve analisi dei programmi presentati dai partiti per le elezioni europee. Le informazioni sono state tratte dai siti internet delle forze politiche. Non sempre i partiti hanno presentato dei veri e propri programmi. In alcuni casi sono stati presentati semplici volantini o una breve lista di punti programmatici. Altri ancora non hanno presentato alcun programma, nè indicazioni preferendo soffermarsi sulle contemporanee elezioni amministrative.
In tutti i casi è stata indicata la fonte ufficiale con i link ai programmi o ai siti dei partiti in caso di assenza di spunti programmatici.
Nell’analisi sono state prese in considerazione le posizioni dei partiti sull’idea d’Europa e sulle prospettive politiche e istituzionali con i ruoli e i compiti da attribuire alle diverse istituzioni nell’ottica di una riforma dell’Unione Europea aldilà delle novità presenti nel Trattato di Lisbona.
L’analisi è stata volutamente limitata alle proposte istituzionali lasciando da parte le politiche vere e proprie che l’UE può fare nei diversi settori di interesse europeo ovvero l’ambiente, la sicurezza, la giustizia sociale, l’immigrazione, ecc. Si è preferito focalizzare l’interesse sulle istituzioni, e il loro funzionamento, senza le quali non sarà possibile realizzare nessuna politica europea comune. Laddove non sono presenti punti specifici si è cercato di desumere la posizione dal contesto.
L’elenco delle forze politiche segue un ordine che va da quella più federalista a quella più nazionalista. Infine trovate le forze politiche non giudicabili per non aver presentato alcun punto programmatico sulle istituzioni. Per ogni forza politica è indicato tra parentesi il giudizio sintetico sul programma e a seguire una selezione mirata dei programmi e dei volantini/manifesti.
Analisi e giudizio dei programmi per le elezioni europee:
- Sinistra e Libertà (federalista)
- Radicali (federalista)
- Partito Democratico (europeista)
- Rifondazione Comunisti Italiani Sinistra Europea (europeista)
- Liberal Democratici Riformisti (europeista)
- Lega Nord (nazionalista)
- Forza Nuova (nazionalista)
Non giudicabili: Unione di Centro, Popolo della Libertà, Italia dei Valori, Partito Comunista dei Lavoratori, L’Autonomia
Selezione dei programmi elettorali nell’ordine sopraindicato
Sinistra e Libertà La costruzione dell’Unione europea è stata la scelta più importante compiuta nel nostro continente dal dopoguerra: ha preso vita una nuova realtà, prima solo pensata da personalità illuminate. Una storia lunga e antica di Stati spesso in guerra
... - Sinistra e Libertà (federalista), Radicali (federalista), Partito Democratico (europeista), Rifondazione Comunisti Italiani Sinistra Europea (europeista), Liberal Democratici Riformisti (europeista), Lega Nord (nazionalista), Forza Nuova (nazionalista) ...
tra loro è diventata un progetto di unità culturale, politica ed economica, capace di esprimere anche un Parlamento Europeo eletto a suffragio universale. Dal Manifesto di Ventotene del 1941, stilato da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni, ad oggi è stata compiuta molta strada, ma molto ancora dobbiamo fare per un’Europa davvero democratica e federalista. Sinora abbiamo visto soprattutto un’Europa economica, basata su di un mercato comune; è giunto il momento, proprio di fronte alla gravissima crisi mondiale in atto, che l’Europa faccia un decisivo passo in avanti, che diventi cioè un’Europa dei cittadini a tutti gli effetti, capace di iniziative di pace e di solidarietà a livello mondiale. Per questo occorre una Costituzione europea con il coinvolgimento diretto dei popoli che valorizzi le culture e le diverse identità, affinché non venga perduta la parte migliore della lunga storia del nostro continente. La democratizzazione dell’Unione Europea (UE) è decisiva perché l’Europa politica sia autorevole e davvero utile ai cittadini.
La grande prospettiva della Costituzione democratica si è infranta in questi anni per mancanza di determinazione nel difendere i valori dell’Europa: pace, disarmo, democrazia, lavoro, ambiente, diritti civili e sociali. Noi non rinunceremo a questi valori e ci impegneremo per rilanciare il progetto costituzionale attraverso un percorso che renda protagonisti i popoli, i soggetti sociali, le intellettualità.
La stessa funzione della Banca Centrale Europea (BCE) va ripensata. La sua missione non può essere limitata a quella del contenimento dell’inflazione, che, a causa della grave recessione economica in atto, è naturalmente su valori bassi. Al contrario deve prevalere il ruolo di finanziamento dell’economia reale, in particolare in settori innovativi dove vi è bisogno di intensificare gli investimenti. Tra il Parlamento Europeo e la BCE deve intercorrere una relazione nella quale il primo traccia le linee di fondo della politica economica e la seconda, nella piena autonomia delle proprie scelte specifiche, concorre alla realizzazione di quegli obiettivi. In questo quadro, deve avere maggiore importanza la relazione annuale del presidente della BCE al Parlamento Europeo e il conseguente dibattito parlamentare deve assumere un ruolo di indirizzo per l’istituto finanziario. Il mercato finanziario europeo può essere messo al servizio degli interessi pubblici, anche attraverso nuove forme di finanziamento quali gli Eurobond, per evitare di peggiorare la situazione del debito nazionale dei vari paesi. Nel 2010 comincerà la difficile discussione per la riforma del bilancio comunitario e dobbiamo evitare che si arrivi all’ennesimo indebolimento del quadro europeo di sostegno finanziario.
Per combattere la crisi serve più democrazia e partecipazione. L’Europa deve darsi questo obiettivo. Deve farsi promotrice di una riforma di tutte le strutture globali. Va riformato l’ONU come perno di un possibile nuovo spazio pubblico mondiale. Il che richiede il superamento degli anacronistici criteri di funzionamento delle Nazioni Unite e soprattutto del Consiglio di sicurezza. Siamo favorevoli ad un seggio per l’Unione Europea in un Consiglio di sicurezza riformato. Come per il clima occorrono strutture ONU per l’economia, riportando quindi al suo interno le funzioni di governo del commercio mondiale finora delegate al WTO. La democrazia è la grande questione aperta come ci dicono i movimenti mondiali e di cui ci parla anche l’esperienza della nuova America Latina. L’Unione europea ha grandi responsabilità per un mondo più giusto, per la pace, il disarmo e la sicurezza, ma pochi strumenti a disposizione per realizzarle. Il nostro impegno é a favore di una politica estera comune della UE, coerente con i suoi valori fondanti.
Fonte: Sinistraeliberta.it
Radicali Stati Uniti d’Europa subito! Per una patria europea, contro l’Europa delle patrie. Se appena ci conosci sai che, da quando esiste il Parlamento europeo, noi Radicali ci battiamo per gli Stati Uniti d’Europa, per la democrazia e i diritti umani ovunque nel mondo - dal Medio oriente al Tibet, all’Africa, alla Cina - per le libertà civili in Italia come nella Russia di Putin, contro lo sterminio per fame e per guerra. Abbiamo ottenuto risultati importanti, come la moratoria sulla pena di morte o il Tribunale penale internazionale.
Fonte: Radicali.it
Partito Democratico
L’Unione europea deve agire come un attore politico unitario in tutti gli ambiti rilevanti: dalla politica internazionale a quella economica e sociale. E deve darsi gli strumenti per operare in tali direzioni;
– l’Unione europea può e deve assumere un ruolo di leadership nel governo della globalizzazione sia direttamente come attore globale, sia in quanto azionista di prima grandezza delle istituzioni internazionali;
Per restare competitiva sul piano globale l’Europa deve completare il mercato interno; riformare il bilancio dell’Unione orientandolo a investimenti in innovazione e ricerca, nelle infrastrutture, nella economia dell’ambiente e nella formazione; rafforzare la dimensione sociale; equilibrare apertura commerciale e difesa dei settori strategici dell’economia europea; sviluppare politiche energetiche comuni.
Le risposte alla crisi da parte della Commissione Europea appaiono insoddisfacenti. I governi si muovono in ordine sparso e le misure adottate dalla Commissione per il rilancio dell’economia sono insufficienti non solo per l’esiguità delle risorse stanziate ma soprattutto perché è mancato finora un efficace coordinamento a livello europeo degli interventi nazionali di stimolo all’economia. Dalla debolezza della Commissione, acquiescente verso le proposte minimalistiche dei governi europei, e dalla logica meramente nazionale con cui gli Stati membri stanno cercando di fronteggiare la crisi nascono le spinte protezionistiche che minacciano la coesione dell’Europa.
Quello di cui ha bisogno l’Europa è l’ avvio di una politica europea di investimenti per lo sviluppo e di un più forte coordinamento delle politiche economiche e delle misure di stimolo all’economia
Le vie da percorrere sono le seguenti:
– l’adozione da parte della Commissione di un documento di programmazione economica e finanziaria;
– la modifica del Patto di stabilità e di crescita per scorporare dal calcolo del deficit le spese per investimenti in infrastrutture e attività di ricerca (certificati nella loro rilevanza europea dalla Banca Europea degli Investimenti);
– la revisione e un adeguamento del bilancio comunitario alle sfide che l’Unione deve affrontare: un bilancio che renda possibili investimenti da concentrare nel campo della ricerca, della formazione superiore, dell’innovazione tecnologica;
– la emissione di titoli del debito pubblico europeo per finanziare grandi investimenti a favore della crescita. L’obiettivo è consentire ai paesi europei ad un tempo il rafforzamento delle infrastrutture materiali e immateriali e l’innalzamento dei livelli di ricerca scientifica e tecnologica in accordo con il perseguimento della Strategia di Lisbona;
– un forte sistema di regolazione e supervisione finanziaria e bancaria, integrato con la Bce e con gli Enti nazionali, per esercitare un efficace controllo ai vari livelli incluso quello sugli attori finanziari che operano su scala continentale;
– limiti sulle retribuzioni e sui bonus dei dirigenti in modo che i loro compensi non prescindano dai risultati e nuove regole per prevenire conflitti d’interesse.
A questa definizione di nuove regole deve contribuire l’Unione europea. Essenziale è l’impegno a:
– rinsaldare la coerenza della sua azione esterna unificando la rappresentanza delle sue posizioni nelle istituzioni globali, dalle Nazioni Unite, al G8, alla Banca Mondiale e al Fondo Monetario Internazionale, fino ad arrivare ad avere una voce unica in molte di queste istituzioni. Indispensabile, in ogni caso, è unificare la rappresentanza internazionale della zona euro;
– consolidare la cooperazione delle forze giudiziarie e di polizia degli stati membri al fine di combattere e prevenire la criminalità organizzata, le minacce alla vita e alle libertà dei cittadini;
– rafforzare energicamente l’Europol, perché diventi presto una vera e propria Polizia Europea, in grado di contrastare efficacemente le grandi multinazionali del crimine e irrobustire Eurojust e lo spazio giudiziario europeo;
– individuare, nella lotta terrorismo, che resta una grave minaccia, più efficaci forme di collaborazione tra le intelligence dei Paesi europei, sino ad un coordinamento stabile sul modello di Europol, dove scambiare informazioni, compiere analisi condivise, promuovere iniziative di prevenzione.
La crisi economica potrebbe costituire l’occasione per la creazione intorno all’euro di una avanguardia di paesi membri disposti a procedere più speditamente nel processo di integrazione
E’ stato un errore da parte di alcuni partiti e governi accantonare la proposta avanzata da settori della società civile europea, da centri di ricerca e di studi e da movimenti politici europeisti, che la Presidenza della Commissione fosse scelta sulla base di una investitura elettorale da parte dei cittadini in occasione del voto per il rinnovo del Parlamento Europeo. Una scelta che avrebbe arricchito le possibilità di partecipazione diretta dei cittadini al processo politico comunitario. Una scelta che il Partito Democratico riproporrà come necessaria per rafforzare la legittimazione popolare della Commissione. Intorno all’idea di una Europa forte e politicamente unita, capace di prendere decisioni tempestive per accrescere la libertà, il benessere e la sicurezza dei cittadini, potranno ritrovarsi in Europa le forze che si richiamano alle più nobili tradizioni progressiste ed europeiste.
Fonte: Partitodemocratico.it
Rifondazione Comunisti Italiani Sinistra Europea Per una Europa nella quale tutte le sue istituzioni siano democraticamente legittimate. Per la partecipazione diretta nei processi decisionali, con referendum sulle questioni relative alle scelte fondamentali della stessa Unione Europea.
Fonte: Unaltraeuropa.it
Liberal Democratici Riformisti La Politica Estera della UE. Noi Liberal Democratici crediamo fortemente nel processo di unificazione ed integrazione dell’Europa. In tale prospettiva va inquadrata l’assoluta necessità di una politica estera comune in maniera tale che gli Stati membri possano trarne beneficio. In particolare, bisognerebbe aumentare la capacità della Ue di gestire le crisi internazionali, interagendo con gli Organismi multilaterali preposti. La vocazione al multilateralismo è una vocazione insita nel dna della UE e noi vogliamo coglierne tutti gli aspetti positivi per la costruzione di un mondo più giusto, libero e democratico. La Ue deve assumere un ruolo di protagonista sano sulla scena internazionale, portando la propria esperienza storica di integrazione che ha permesso il superamento delle crisi interne. Allo stesso tempo è importante basare la propria azione di politica estera sul rispetto e la promozione dei diritti umani in tutti i Paesi del mondo. Tale impegno porterà effetti pratici sul piano della sicurezza, della lotta al terrorismo internazionale, e quindi al rafforzamento di tutto ciò che concorre alla difesa comune.
L’Europa dovrebbe esprimersi con una sola voce tramite l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune. Sarebbe davvero opportuno, e non per sterili opportunismi nazionali, che la UE fosse rappresentata con un seggio in maniera permanente nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Il nostro Paese farebbe bene a spingere con forza su questo punto della politica estera comune, cercando di essere fedele al proprio ruolo di fondatore delle prime Comunità europee, evitando pericolose fughe in avanti che non solo non ci portano da nessuna parte, ma che rischiano di isolarci in Europa. La prospettiva di una difesa comune. I Liberal Democratici auspicano che la politica europea della sicurezza e della difesa sia rafforzata ed ampliata, a tale fine riunendo le risorse e le capacità europee inerenti alla difesa. L’Unione europea dovrà essere in grado di provvedere da sola alla propria difesa militare e dovrà essere pronta ad intervenire, anche in scenari internazionali per tutelare la sicurezza globale e rispondere alle emergenze umanitarie.
Fonte: Liberaldemocraticiconmelchiorre.it
Lega Nord La Lega Nord – e in questo sta la sua esemplare coerenza – ha da subito posto l’accento sul pericolo, per i popoli europei, derivante dall’omologazione imposta dalle istituzioni comunitarie. Il processo d’integrazione europea, come si è fino a qui manifestato e come si sta manifestando anche in questi ultimi tempi, sta portando ad un vero e proprio super stato continentale, in cui il livello di democrazia risulta, in pratica, inesistente; questo, ovviamente, nonostante i fautori e i costruttori di tale sistema neghino in continuazione di essere contro
... non giudicabili: Unione di Centro, Popolo della Libertà, Italia dei Valori, Partito Comunista dei Lavoratori, L’Autonomia ...
i popoli e contro le tradizioni europee. Loro vogliono solamente – queste sono le loro parole – creare un’Europa democratica, unita, forte, rispettosa delle differenze e che sia presente con vigore sulla scena mondiale, come spazio formidabile di sviluppo e benessere. A dire il vero, è proprio il contrario di quanto sta accadendo.
La Lega Nord auspica che l’Unione europea del futuro possa essere rispettosa delle differenze presenti al suo interno, tutelandole senza farle scomparire (Europa delle Regioni e dei territori). Ecco perché da sempre, ed oggi ancora di più, vogliamo un’Europa diversa, un’Europa dei popoli, che dia modo agli stessi di potersi esprimere senza dover obbligatoriamente accettare un insieme di norme calate dall’alto, e senza che le stesse abbiano il minimo contatto con la realtà quotidiana delle persone.
L’Unione europea deve rappresentare il collante di tutte le diversità che compongono il panorama continentale e non il loro annullamento. Ecco perché vogliamo un’Unione europea retta su un modello confederale, in cui i vari Stati membri mantengano inalterate le proprie sovranità, e dove le Regioni e i territori vedano riconosciuti le proprie specificità e differenze.
Fonte: Leganord.org
Forza Nuova Forza Nuova ritiene che in questo momento di grande crisi socio economica si debba dare una risposta forte e radicale partendo dall’emissione del denaro non più dalle banche e a debito ma da parte degli Stati europei e a credito. “L´emissione del denaro è una delle più importanti espressioni di Sovranità, dobbiamo riapproppiarcene.”
Fonte: Forzanuova.org
NON GIUDICABILI
Unione di Centro Nulla sulle istituzioni europee.
Popolo della Libertà Non è presente il programma (31 maggio 2009).
Italia dei Valori Nulla sulle istituzioni europee. “Corpo dell’esercito europeo con l’obiettivo di ottimizzare le spese militari e di finanziamento delle missioni all’estero, finalizzata ad una linea omogenea di intervento e ad una reale presenza politica internazionale. “
Partito Comunista dei Lavoratori Non è presente il programma (31 maggio 2009).
L’Autonomia Non è presente il programma (31 maggio 2009). “I nostri movimenti si uniscono per dare voce a quei milioni di cittadini traditi nella loro rappresentanza da una politica sempre più centralista e puntano ad un’Europa in cui i cittadini contino finalmente più delle tecnocrazie di Bruxelles attraverso l’esercizio della legittimazione democratica; ad un’Europa che sia capace di rivedere i discussi meccanismi derivanti dal trattato di Lisbona per rafforzare l’Europa dei popoli e il processo autenticamente democratico di decisione".
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