All’Unione europea il Premio Nobel per la Pace

, di Jacopo Barbati

All'Unione europea il Premio Nobel per la Pace

Un riconoscimento forse tardivo, ma comunque simbolico e che soprattutto evidenzia l’obiettivo originale dell’UE nelle teorie dei federalisti, Altiero Spinelli in primis.

Stupiti, ma non troppo

L’Unione Europea ha vinto il Premio Nobel per la Pace. È questa la notizia del giorno. Ed è una bella notizia, seppur, tutto sommato, inaspettata. Inaspettata perché, dopo l’avventata assegnazione del premio a Barack Obama, pareva che a Oslo avessero iniziato ad “andarci piano”. Inaspettata forse perché giunge in un momento storico molto delicato per l’Europa, travolta da una crisi economica che lascia pochi spazi per azioni di “peacekeeping” all’estero, anche se ce ne sarebbe bisogno (basti pensare a situazioni anche geopoliticamente molto vicine, come la profondissima crisi in Siria e i rapporti tesissimi tra la Turchia e la Siria stessa: un intervento di un’UE politicamente credibile potrebbe essere decisivo). Inaspettata, quindi, ma tutto sommato meritata, non tanto per quanto fatto nell’ultimo periodo della sua storia, ma per la sua esistenza stessa.

La Pace perpetua

Altiero Spinelli, il primo vero federalista europeo, è stato – com’è noto – influenzato dalla lettura de “La pace perpetua” di Immanuel Kant. La tesi ivi esposta dal filosofo tedesco era incentrata sulla differenziazione tra Pace e Tregua, sostenendo che la prima si potesse raggiungere solo a fronte di un completo disarmo mondiale. Nel “Manifesto di Ventotene”, scritto nel pieno del secondo conflitto mondiale, Spinelli, Rossi e Colorni sostennero la centrale importanza della federazione europea come mezzo per portare la Pace perpetua, nel senso kantiano del termine. Perciò, la funzione da portatrice di Pace della federazione europea – e della sua versione depotenziata, l’attuale UE – non rappresenta nulla di nuovo, per i federalisti, che l’hanno da sempre messa al centro delle proprie convinzioni. Del resto, come recita anche la motivazione ufficiale d’assegnazione del Nobel, «[…] Durante gli anni della guerra, il comitato norvegese per il Nobel ha assegnato il riconoscimento a persone che hanno lavorato per la riconciliazione tra Germania e Francia. […] Oggi un conflitto tra Berlino e Parigi è impensabile. Ciò dimostra come, attraverso sforzi ben mirati e la costruzione di una fiducia reciproca, nemici storici possano divenire partner. […]».

La strada è ancora lunga

Guai a pensare di essere arrivati, però. Come già detto, al di fuori dell’UE esistono molte situazioni critiche (ma anche all’interno: basti pensare alle recenti tensioni sociali – dovute alla crisi economica – che hanno portato a violente azioni popolari in Spagna e Grecia) che una presenza credibile, ben diversa da quella attuale, di una UE veramente unita potrebbe aiutare a risolverle. Ma per questo, come sappiamo, è necessario il salto federale. Per la Pace e non per una semplice Tregua.

Fonte immagine Flickr

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